Paesi Bassi: restrizioni per i richiedenti asilo. Graaff (Giustizia e pace), “siamo preoccupati”. Interesse per l’esperienza italiana dei corridoi umanitari

“Siamo preoccupati del fatto che si sia introdotta una distinzione sulla base della nazionalità”, commenta al Sir Maaike Graaff (Giustizia e pace, Paesi Bassi) l’introduzione da parte della ministra olandese per la giustizia Ankie Broekers-Knol di un nuovo “metodo di accoglienza” secondo cui coloro che chiedono asilo nei Paesi Bassi provenendo da “Paesi sicuri” o che hanno già un permesso di asilo in un altro Paese dell’Ue saranno soggetti a controlli più stretti sui movimenti e non riceveranno più un’indennità di sussistenza durante il periodo di accoglienza (ma beni in natura come pasti e articoli da toeletta). Queste persone verranno fatte tutte confluire in due centri per richiedenti asilo (Ter Apel e Budel-Cranendonck) e nel giro di circa quattro settimane vedranno conclusa la loro procedura di richiesta di asilo. Una nota sul sito del governo spiega che questo gruppo di richiedenti asilo ha “poche possibilità di ottenere un permesso di asilo nei Paesi Bassi”, ma “grava sul sistema di accoglienza e di asilo”. Con questa misura “il loro futuro sarà chiarito più rapidamente e potranno lasciare i Paesi Bassi più velocemente, se la loro domanda di asilo verrà respinta”, si legge ancora nella nota ufficiale.
Dove si legge ancora: “l’austerità e il confinamento dovrebbero anche portare a una diminuzione dell’attrattiva dei Paesi Bassi e una migliore gestibilità di questo gruppo nei centri di accoglienza”. Commenta ancora Maaike Graaff: “Noi pensiamo che la protezione dei rifugiati debba essere al centro della politica olandese per l’asilo e al momento non vediamo sforzi sufficienti al riguardo”. Justitia et Pax dei Paesi Bassi è “molto interessata all’esperienza italiana dei corridoi umanitari e stiamo lavorando per introdurre un simile modello”.

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