“Uno sciopero del tutto inutile perché non tocca i veri responsabili della mancata ratifica del Ccnl per gli operatori della sanità privata, cioè quelle Regioni che non solo non tengono conto degli accordi presi in sede governo e Conferenza delle Regioni, ma si negano ad ogni confronto con i rappresentanti delle parti datoriali le quali, pronte da giugno scorso a fare la loro parte, chiedono agli assessori regionali alla sanità di dar seguito concretamente a tali accordi”. Così il presidente dell’Aris, padre Virginio Bebber, in una nota a commento dello sciopero indetto dalle sigle sindacali in data odierna. “Uno sciopero – aggiunge Bebber – che tra l’altro viola le norme a suo tempo sottoscritte e tutt’ora vigenti, che prevedono espressamente il “divieto di effettuare scioperi nei cinque giorni immediatamente precedenti e nei due giorni susseguenti le consultazioni elettorali o referendarie”. Il 20 e il 21 settembre in Italia si svolgono consultazioni elettorali. “Solo pochi gironi fa – ricorda Bebber – con l’Aiop abbiamo indirizzato un ulteriore appello al ministro Speranza perché faccia ancora una volta ricorso alla sua fondamentale opera di mediazione affinché le Regioni che ancora non lo hanno fatto, siglino gli accordi di compartecipazione agli oneri del rinnovo del Ccnl”. “Noi – assicura il presidente Aris – laddove le Regioni hanno assunto le loro responsabilità e alle parole hanno fatto seguire i fatti con le delibere firmate abbiamo dato concreta testimonianza di essere pronti a concludere immediatamente. Difficile, ma non impossibile, pensare ad un Ccnl firmato a macchia di leopardo. È dunque necessario che tutte le Regioni che ancora non lo hanno fatto seguano da subito la strada aperta da quelle che hanno siglato gli accordi, mantenendo così un impegno assunto anche nei confronti del nostro personale medico e non medico che non può e non deve aspettare ancora per vedersi garantiti i loro diritti. Non devono essere trattati come professionisti di serie B. Anzi…”. “Quello che dispiace – conclude p. Bebber – è che diverse sigle sindacali, nonostante si siano apertamente confrontate con questa presidenza ed abbiano mostrato di comprendere bene quale sia il vero ostacolo ad un pronto rinnovo, continuino a rivolgere contro le strutture le loro manifestazioni. Forse, se per una volta almeno, ci mostrassimo uniti, tutti insieme a manifestare nei luoghi giusti, in difesa dei nostri comuni diritti, potremmo far valere le nostre voci. Continuare a metterci su barricate contrapposte non conviene a nessuno, il tempo passa e tutti i nostri comuni sforzi di questi anni rischiano di diventare inutili, dannosi anziché proficui”.