“Noi peruviani ci aspettiamo che sia il potere esecutivo che quello legislativo, nell’interesse del bene comune, superino lo scontro e affrontino insieme l’attuale crisi, salvaguardando lo Stato di diritto e cercando un accordo per la trasformazione del Perù”. Lo auspicano i vescovi del Perù, in un comunicato diffuso nella serata di ieri. Il Paese è alle prese, infatti, con l’ennesima acutizzazione della crisi politica, in uno dei momenti più drammatici della sua storia per l’emergenza Covid-19 (il Perù è il primo Paese al mondo per deceduti in rapporto alla popolazione) e la situazione economica del Paese.
Proprio nel culmine dell’emergenza, si assiste all’ennesimo capitolo dello scontro tra il presidente della Repubblica, Martín Vizcarra, e il Parlamento, eletto meno di un anno fa e in buona parte ostile al Capo dello Stato. Il Congresso, in settimana, è chiamato a votare sulla proposta della destituzione del presidente, per indegnità morale. Alla base della proposta, una registrazione audio dalla quale risulterebbe che Vizcarra avrebbe mentito sui suoi rapporti con il cantante Richard Swing, rispetto al quale si indaga per dei finanziamenti ricevuti dal Ministero della Cultura. Le ultime previsioni indicano che Vizcarra, che secondo i sondaggi ha l’appoggio della maggioranza dei peruviani, dovrebbe farcela a evitare l’impeachment, e di questo dovrebbe alla fine “ringraziare” la principale leader dell’opposizione Keiko Fujimori. Ma la situazione resta di estrema incertezza.
I vescovi fanno notare che “stiamo vivendo un periodo difficile a causa della pandemia Covid-19 che ha causato più di 30mila morti e oltre 700mila contagiati”. Di conseguenza, “siamo lontani dall’aver superato la crisi sanitaria: la produzione nazionale è drasticamente diminuita e milioni di posti di lavoro sono andati persi, danneggiando soprattutto le persone più vulnerabili”. “Non è questo il momento di generare caos e divisione, quando la priorità è affrontare insieme la pandemia e affrontare la crisi sanitaria, sociale, economica, educativa e politica in modo solidale, combattendo la corruzione e preparandosi alla post-pandemia”. In queste circostanze e solo sette mesi prima delle elezioni presidenziali, “la nostra fragile democrazia non dovrebbe essere indebolita, né il suo assetto istituzionale, quindi qualsiasi atto che vada contro la legge deve essere sanzionato a tempo debito e, al tempo stesso, l’autorità in questione deve sottomettersi al giusto procedimento in fase di indagine, nonché nel suo successivo sviluppo”.