“L’oggi di Dio e i segni dei tempi in un mondo che cambia” è il titolo della lettera che l’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, ha scritto per il 40° anniversario dalla beatificazione di Bartolo Longo, il fondatore della città mariana, alla quale il messaggio del prelato si rivolge in maniera particolare. Si tratta, in realtà, di un vero e proprio documento che, prendendo spunto dalla significativa ricorrenza, e proprio alla luce dell’esperienza e del carisma del fondatore, allarga lo sguardo al mondo intero, posto di fronte a una crisi inattesa e misteriosa, con risvolti che vanno anche oltre i drammatici aspetti sanitari ed economici. Sotto osservazione è particolarmente la realtà del Mezzogiorno, l’area in cui vive e opera il Santuario mariano, già penalizzata da problemi e mali antichi che continuano a rallentarne un organico sviluppo. A rendere più acuta l’emergenza è ora l’irruzione di un “avversario” che non fa sconti e che, per le dimensioni dell’offensiva, porta in primo piano una serie di “segni dei tempi”. “C’è voluto tempo – scrive mons. Caputo – per renderci conto che l’attacco della pandemia era a tutto campo. E che, oltre a quello sanitario, il primo fronte riguardava la nostra stessa condizione, il nostro modo di stare al mondo, di relazionarci con esso, come abitanti di una casa comune che improvvisamente veniva a trovarsi sotto assedio”. “Anche a Pompei è toccato lo strazio degli addii distanziati ai nostri cari”, ricorda l’arcivescovo. È il tempo dell’impegno, della responsabilità, dell’accantonamento del criterio accomodante del “si è fatto sempre così”, della Chiesa che deve dimostrare di non essere un “corpo separato dalla società”, ma aprirsi “ancora di più agli altri e rinnovare nei confronti delle realtà che ci circondano quello sguardo caloroso che, particolarmente dal Concilio in poi, ha caratterizzato il suo atteggiamento verso il mondo”. “Guardando a Bartolo Longo – conclude mons. Caputo – possiamo trovare anche oggi, nel difficile momento che stiamo vivendo, la forza e l’ispirazione per dare nuovo slancio al nostro impegno personale, ecclesiale e sociale”.