Sono oltre 1.500 le segnalazioni di corruzione legate all’emergenza Covid-19 ricevute nel 2020 dagli Alac (Advocacy and Legal Advice Center) di Transparency International che operano in 60 Paesi. “I casi, dall’Italia al Venezuela al Ghana, riferiscono di tangenti, favoritismi e altri atti di corruzione testimoniati dai cittadini nella fornitura di aiuti umanitari, nell’applicazione di restrizioni su viaggi e movimenti e nella fornitura di test e assistenza sanitaria”, spiega una nota.
“Covid-19 non è solo una crisi sanitaria ed economica. È una crisi di corruzione”, ha affermato Alison Matthews, coordinatore degli Alac di Transparency International. “Stiamo osservando che le persone più vulnerabili sono quelle che sono state colpite più duramente, compresi gli operatori sanitari in prima linea”, ha proseguito Matthews, per il quale “i governi falliscono davanti ai loro cittadini quando accedere al supporto e ai servizi di cui le persone hanno bisogno diventa ancora più difficile a causa della corruzione”.
Tre i casi segnalati in Italia: quello di un dipendente ospedaliero relativo a forniture di Dpi poi ritirate dall’ospedale, quello di bonus alimentari erogati da un Comune campano a favore di famiglie afflitte maggiormente dalla pandemia e quello relativo alla stipulazione di un contratto di supporto specialistico per l’infrastruttura tecnologica di una Provincia, un affidamento concesso “in emergenza”. Nel 2019 erano state 34 segnalazioni ricevute da Alac per il settore sanità, quello “più critico”.
“Corrotti e corruttori hanno approfittato di questa crisi per riempirsi le tasche a spese di tutti gli altri”, ha affermato Daniel Eriksson, managing director di Transparency International. “Ma i cittadini hanno un grande potere, quello di denunciare la corruzione”. “La corruzione – ha concluso – si fermerà solo quando lavoreremo insieme per cambiare il sistema”.