“La giustizia rimanda alla necessità di dare a ciascuno il suo, riconoscendo la dignità e i diritti inalienabili di ogni persona, fondamento del vivere civile e pacifico. Comunione è uscire dagli spazi angusti dell’egoismo, sentendo come proprio, allo stesso modo in cui il corpo soffre il dolore di ogni membro, il peso delle sofferenze dell’altro e della vita che perde valore, come nel giovane Willy, ucciso dalla violenza assurda di giovani vite bruciate da superficialità, droga, non senso”. “Giustizia è comunione”: è stato questo uno dei punti focali dell’omelia dell’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, nella messa celebrata oggi a Terrasini dove è in corso (fino a domani) la quinta edizione del festival della comunicazione dell’arcidiocesi di Monreale, sul tema “Non sprecate parole… Dite: Padre Nostro. Gli impegni. Le richieste”. Comunione, ha ribadito l’arcivescovo castrense, è “sentire come proprio il peso delle sofferenze dell’altro e della vita che perde valore come nei tanti poveri e affamati del mondo, più numerosi dopo la crisi del coronavirus; nei migranti che in queste coste trovano asilo, ma in tanti mari trovano la morte; nei bimbi vittime di guerre, abusi pratiche abortive sempre più facili e mascherate; nei malati e anziani abbandonati a solitudine o eutanasia; in coloro che fanno il bene, non sempre capiti e protetti, ma certi che dal bene di uno dipende il bene di tutti”. La storia, ha ricordato mons. Marcianò, “racconta quanti passi di bene siano fatti laddove regni uno stile comunionale, non ultimo nella recente pandemia: dal servizio instancabile del personale sanitario, alla condivisione dei beni materiali di gente semplice e povera; dalla salvaguardia dell’ordine pubblico, alla gestione dell’emergenza da parte dei nostri militari; dalla gioia di riscoprire dinamiche domestiche e familiari, alla preghiera che porta al Padre il dolore del mondo e ci fa sentire Chiesa”. “È la logica eucaristica che salva il mondo e ci rende giusti nella misura in cui ci fa sentire ‘debitori’ ovvero consapevoli di aver ricevuto tutto in dono: debitori di gratitudine, misericordia; del perdono che cambia i cuori e vince definitivamente l’odio, la vendetta, il male”.