Il Sud “è sacramento eloquente di come la liberazione dal male richieda di essere forti grazie alla ‘roccia’ su cui Gesù nel Vangelo esorta a costruire”. Lo ha detto oggi l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, celebrando la messa in occasione della quinta edizione del Festival della comunicazione dell’arcidiocesi di Monreale in corso a Terrasini (fino a domani). Partendo dal tema dell’evento, “Non sprecate parole… Dite: Padre Nostro. Gli impegni. Le richieste”, mons. Marcianò ha ricordato che “la fortezza cristiana non si misura su criteri di potenza o violenza; è combattimento, certo, ma in una lotta per cui occorre soprattutto resistere alla menzogna e al male, perseverando nella verità e nel bene, anche quando costi fatica, persecuzione, sacrificio. Una fortezza non prodotta dall’uomo ma attinta con fede dalla ‘roccia’ che è Cristo”. Fortezza che produce “frutti buoni di giustizia” nati, proprio in Sicilia, “da semi piantati dal dono di sé di uomini e donne, forti perché hanno resistito fino al sacrificio della vita, per contrastare il male della criminalità organizzata, della corruzione, dell’ingiustizia, dell’illegalità, dello scarto: uomini di Stato, magistrati, militari, operatori dell’informazione, educatori, sacerdoti, consacrati”. Persone che “considerano il bene comune la roccia su cui costruire una società sana, inclusiva e pacifica, riscoprendo nell’amore la risposta cristiana a tutto, anche alla pandemia e alle conseguenti crisi”.