“Apriamo, con impegno e intelligenza”, la scuola “ed entrerà aria nuova e fresca nella nostra vita!”. Questo l’invito contenuto nel messaggio “A scuola, finalmente!” che il vescovo di Nocera-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, rivolge a studenti, insegnanti, personale non docente e dirigenti scolastici, famiglie, in occasione della riapertura.
“Da tanto – ammette il presule – la scuola è malata e il colpo più grosso le è stato dato quando si è pensato ad essa come un’azienda tra le tante; azienda che deve produrre senza rispetto per l’umano”. Invece, “la scuola è una comunità educante, co-educante, neanche agenzia, ma comunità fatta di persone affascinate e mosse dalla passione educativa”, che “partono da una vocazione all’insegnamento. Non si trovano a scuola come ci si può trovare su un tram per caso”. Dunque, “comunità educante ed educata, in sintonia con la famiglia e con tutte le altre realtà che, sul territorio, sanno che educare (ex-ducere) significa far venir fuori ed accompagnare sempre il meglio in ognuno e verso il meglio per ognuno”.
Per il vescovo, “la scuola deve iniziare, con tutte le attenzioni possibili che servono non solo oggi ma sempre. Bisogna dare un segnale chiaro che la scuola non è tra le cose opinabili, ma è necessaria per la crescita umana e culturale del nostro Paese. Non dimentichiamo che la scuola è anche lavoro e dà lavoro a tanti”. In questo senso “tutte le scuole devono iniziare, anche le paritarie che hanno una lunga storia e tradizione e, anche in Italia, le famiglie devono poter scegliere il meglio per i loro figli, senza alcuna discriminazione”. Mons. Giudice ricorda anche l’urgenza di “investire sulla scuola e la cultura” e “sulla vera formazione dei docenti”.
Da vescovo delegato della Conferenza episcopale campana per il mondo della scuola, il presule incoraggia “la grande e variegata comunità educante che insiste e vive nella nostra Regione Campania”: “Investiamo sulla cultura per preparare un futuro migliore, per vivere con attenzione il presente, sempre attenti alla dignità di ogni persona; i più poveri della nostra società coincidono anche con quelli meno acculturati e quindi preda dei predatori. La scuola ridiventi, nella nostra regione, presidio di libertà e di legalità, dove impariamo a leggere, a scrivere e a far di conto per vivere degnamente il tempo donatoci dal Signore”.
Infine, un appello: “Prepariamo tutto con attenzione e apriamo per bene per circoscrivere il virus della pigrizia e del disimpegno. Non è possibile rimanere eternamente blindati a casa, senza sapere da dove viene il pane e fermandoci ad un’idea approssimativa della realtà”.