Coronavirus Covid-19: Save the Children, “a sei mesi da dichiarazione pandemia, impatto catastrofico sui bambini nelle aree più povere del mondo”

A sei mesi dalla dichiarazione da parte dell’Oms della pandemia di Covid-19, “l’impatto del virus sta assumendo dimensioni catastrofiche, esacerbando ulteriormente le disuguaglianze esistenti e lasciandosi dietro una generazione perduta di bambini. Sempre più lontano il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. E gravi conseguenze sui bambini che non risparmiano neanche il nostro Paese: entro la fine dell’anno, in Italia, 1 milione di minori in più potrebbero scivolare nella povertà assoluta, il doppio rispetto a quelli del 2019”. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, che emerge chiaramente dal nuovo rapporto “Protect a generation“, che contiene i risultati di una vasta indagine globale condotta dall’organizzazione in 37 Paesi al mondo, raccogliendo le voci e le esperienze dirette di oltre 25mila bambini e adulti coinvolti nei propri programmi di intervento.
“Tre famiglie su 4 hanno dichiarato di aver perso parte del proprio reddito, 2 su 3 non riescono a sfamare adeguatamente i propri figli e 9 su 10 non possono accedere alle cure mediche – evidenzia il rapporto -. Ad essere più colpite soprattutto i nuclei già in povertà prima della pandemia: tra queste l’82% ha subito diminuzioni del reddito rispetto al 70% delle famiglie non povere. Gravissime le conseguenze anche sul fronte dell’educazione, con 8 bambini su 10 che con la chiusura delle scuole hanno interrotto del tutto ogni forma di apprendimento e solo meno dell’1% dei minori più poveri che ha accesso a internet e alla didattica a distanza. E in Italia 1 genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, e 2 su 10 temono di non poter più sostenere il costo della mensa scolastica”. Non solo: “Bambine e bambini privati, nel mondo, della possibilità di studiare e sempre più esposti al rischio di subire violenze, anche in casa, e di essere costretti ad andare a lavorare per aiutare le famiglie: una condizione che incrementa ancora di più i gender gap, facendo pagare il prezzo più alto alle ragazze e alle bambine, che con la pandemia hanno dovuto occuparsi sempre più delle faccende domestiche (nel 63% dei casi, contro il 43% per i maschi), rinunciando così allo studio e rischiando di doversi sposare prematuramente spesso con uomini molto più grandi di loro”.

 

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori