Migliaia di persone tra sfollati interni, rifugiati e comunità di accoglienza sono state colpite dalle forti piogge stagionali in Sudan, che hanno causato inondazioni improvvise e spinto i fiumi a straripare, tra cui il Nilo nella capitale Khartoum e nella città gemella Omdurman. Case e residenze comunitarie sono state gravemente danneggiate o distrutte, lasciando molte persone in disperato bisogno di alloggio. Alcune hanno perso tutti i propri averi rimanendo con l’unica possibilità di ricostruire la propria vita da zero. Le condizioni igienico-sanitarie sono drasticamente peggiorate a causa degli allagamenti delle latrine e delle contaminazioni dei canali di approvvigionamento idrico che hanno impedito alle persone di praticare le necessarie misure di prevenzione del Covid-19, come il frequente lavaggio delle mani. Alcune strutture sanitarie sono state danneggiate al punto da comprometterne le capacità di curare i pazienti. Molte persone erano state sfollate in precedenza dal conflitto ed erano già alle prese con le conseguenze della perdita di reddito derivante dalla crisi economica innescata dalla pandemia. Si stima che, in totale, abbiano subito danni 125.000 rifugiati e sfollati interni, in particolare nelle regioni del Sudan orientale, Nilo Bianco, Darfur e a Khartoum. Molti di loro hanno urgente bisogno di alloggio e di altri aiuti di emergenza. Le piogge sono state particolarmente abbondanti nel Darfur settentrionale, dove circa 35.000 sfollati interni, residenti e rifugiati necessitano di assistenza, 15 persone hanno perso la vita e altre 23 risultano disperse. L’Unhcr e i partner, in collaborazione col governo del Sudan, stanno assicurando aiuti di emergenza alle popolazioni colpite nel Nilo Bianco, tra cui teli impermeabili a beneficio di 3.500 rifugiati nel campo di Al Jameya e di altri 65.000 sfollati e membri delle comunità di accoglienza. Ulteriore assistenza d’emergenza sarà fornita alle comunità di Darfur orientale, Khartoum, Kordofan meridionale e Sudan orientale. Quest’anno, l’Unchr ha ricevuto solo il 38% dei 274,9 milioni di dollari necessari per le proprie operazioni in Sudan ed esorta la comunità internazionale a contribuire.