Il clima pazzo di questi giorni ha spezzato l’Italia in due. Lo spiega in una nota l’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), che scrive: “Le abbondanti piogge dei giorni scorsi sembrano avere messo positivamente fine alle attuali preoccupazioni sullo stato delle risorse idriche nel Nord Italia; ancora una volta, però, l’andamento non è omogeneo a conferma della necessità di incrementare le infrastrutture idrauliche del Paese per trattenere le acque, riducendo il rischio idrogeologico e creando riserva idrica per i momenti di bisogno”.
Il problema, infatti, è che mentre nel Nord del Paese le piogge sono state eccessive e distruttive, nel Sud la siccità continua a creare difficoltà, ad esempio, in Basilicata e Puglia, spiega l’Anbi, “dove non piove significativamente da mesi e i bacini si abbassano ogni giorno rispettivamente di 2 milioni e di 1 milione di metri cubi (il deficit lucano nello scorso anno è di circa 49 milioni di metri cubi, mentre quello pugliese supera gli 81 milioni)”.
“La preoccupazione per il Sud è già rivolta agli anni a venire”, osserva Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, che aggiunge: “Le riserve idriche largamente deficitarie trattenute negli invasi meridionali rappresentano un pesante fardello per le prossime stagioni agricole, il cui bisogno d’acqua, a causa dei cambiamenti climatici, inizierà già con i primi mesi dell’anno. Considerando che la gran parte dei laghi artificiali sono a riempimento pluriennale, è quantomai necessario accelerare l’iter per l’utilizzo di risorse aggiuntive, che deriverebbero, ad esempio, dall’infrastrutturazione del bacino di Campolattaro in Campania o dagli accordi fra le Regioni Puglia e Molise”.