“La Chiesa, benché amministri la grazia risanante di Cristo mediante i sacramenti e benché provveda servizi sanitari negli angoli più remoti del pianeta, non è esperta nella prevenzione o nella cura della pandemia”. A precisarlo è stato il Papa, nella prima udienza generale dopo la consueta pausa di luglio, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata e dedicata al tema della guarigione. La Chiesa, ha specificato Francesco a braccio, “dà aiuto agli ammalati, ma non è esperta. E nemmeno dà indicazioni socio-politiche specifiche. Questo è compito dei dirigenti politici e sociali”. “Tuttavia, nel corso dei secoli, e alla luce del Vangelo, la Chiesa ha sviluppato alcuni principi sociali fondamentali, principi che possono aiutarci ad andare avanti, per preparare il futuro di cui abbiamo bisogno”, ha ricordato il Papa, citandone “i principali, tra loro strettamente connessi: il principio della dignità della persona, il principio del bene comune, l’opzione preferenziale per i poveri, la destinazione universale dei beni, la solidarietà, la sussidiarietà, la cura per la nostra casa comune”. “Questi principi aiutano i dirigenti e responsabili della società a portare avanti la crescita e, in questo caso della pandemia, la guarigione del tessuto personale e sociale”, ha commentato a braccio: “Tutti questi principi esprimono, in modi diversi, le virtù della fede, della speranza e dell’amore”. “Nelle prossime settimane, vi invito ad affrontare insieme le questioni pressanti che la pandemia ha messo in rilievo, soprattutto le malattie sociali”, ha annunciato il Papa anticipando il tema delle prossime udienze del mercoledì: “E lo faremo alla luce del Vangelo, delle virtù teologali e dei principi della dottrina sociale della Chiesa. Esploreremo insieme come la nostra tradizione sociale cattolica può aiutare la famiglia umana a guarire questo mondo che soffre di gravi malattie. È mio desiderio riflettere e lavorare tutti insieme, come seguaci di Gesù che guarisce, per costruire un mondo migliore, pieno di speranza per le future generazioni”.