Caritas italiana esprime “profondo cordoglio e solidarietà” per la popolazione colpita dalla tremenda esplosione avvenuta ieri, 4 agosto, nella zona portuale di Beirut facendo una strage. Caritas Libano si è attivata da subito con la propria rete per farsi prossima alle migliaia di persone colpite e ai numerosi sfollati che non potranno rientrare nelle case distrutte. I giovani volontari di Caritas Libano si sono organizzati per aiutare chi deve rimuovere i tanti detriti per rendere di nuovo agibile la propria abitazione. Al tempo stesso si stanno distribuendo alimenti alla popolazione locale. Sono stati riportati danni anche alla sede stessa della Caritas nazionale, situata a diversi chilometri di distanza dal luogo dell’esplosione: “I vetri della struttura sono deflagrati all’interno e gli arredi spazzati via dalla violenza dell’onda d’urto. Fortunatamente nessuno degli operatori è stato ferito”. La catastrofe colpisce un Paese già piegato da una pesante crisi economica e sociale acuitasi nell’ultimo anno che ha ridotto in povertà moltissime famiglie, con più di un quarto della popolazione che vive con meno di 5 dollari al giorno. Dall’ottobre 2019, migliaia di persone hanno riempito le piazze del Libano per protestare contro la corruzione dell’establishment politico, alimentata dal sistema confessionale che genera povertà. In Libano si allarga sempre più la forbice sociale che separa “il Libano dei ricchi”, costituito dall’1% della popolazione che detiene il 25% della ricchezza, dal resto dei libanesi. A questo si aggiunge l’altissimo numero di rifugiati ospitati nel Paese: circa un milione – quasi tutti siriani colpiti da una guerra che dura da 10 anni – su 4,5 milioni di abitanti, senza contare i palestinesi. Il Libano è tra i Paesi al mondo con il più alto numero di profughi in rapporto alla popolazione: ogni mille abitanti se ne contano più di 150. Moltissimi non hanno documenti, non lavorano, non hanno diritti. Caritas italiana collabora da anni con Caritas Libano attraverso un programma di aiuti umanitari e di educazione alla pace e alla convivenza civile di giovani siriani e libanesi. Ora si dice pronta “a sostenerla per assistere nei bisogni più urgenti la popolazione colpita da questa nuova catastrofe”.