Sono 223 gli incidenti contro i cristiani in India riportati da Porte aperte/Open doors da gennaio a marzo del 2020. Il tipo di incidenti varia da interruzioni di servizi religiosi, pestaggi e abusi sessuali contro individui perché appartenenti alla fede cristiana. Come riportato dal report “Impact India – We’re indians too” di Open doors, pubblicato nel 2019, attacchi e violazioni di diritti umani contro le minoranze religiose in India sono aumentati in maniera significativa dal 2014 e non accennano a diminuire. L’analisi di casi riportati dal 2014 dimostra che gli estremisti indù “hanno creato un contesto di odio e intolleranza nei confronti delle minoranze religiose, principalmente verso le comunità cristiane e musulmane”, denuncia Porte aperte. Questi episodi sono maggiori negli Stati dell’India dove sono in vigore le cosiddette “leggi anti-conversione”, ufficialmente chiamate “leggi sulla libertà religiosa”. Secondo i dati raccolti sul campo dagli attivisti “queste leggi sono spesso usate da estremisti indù per accusare infondatamente ministri di culto appartenenti a minoranze religiose di convertire individui in maniera fraudolenta”.
Ad esempio semplici incontri di preghiera o regolari servizi religiosi tra fedeli vengono spesso interrotti da estremisti indù o dalla polizia, chiamata da questi ultimi, accusando i partecipanti di essere coinvolti in riti di conversione forzata. “Queste interruzioni sono spesso seguite da arresti temporanei dei fedeli, interrogatori alle centrali di polizia o pestaggi e altre violenze”, rileva il report. A ciò si aggiungono anche le molte testimonianze di discriminazioni nella distribuzione di aiuti durante i lockdown dovuti al Covid-19. Le leggi anti-conversione esistono in 8 Stati dell’India, ma altri Stati stanno considerando la possibilità di adottarle. “Il risultato dell’esistenza di queste leggi – sottolinea Porte aperte – è di incoraggiare gli estremisti indù a continuare ad accusare infondatamente, attaccare e ostracizzare principalmente cristiani e musulmani, senza incorrere in nessuna conseguenza”. Nei fatti “legalizzerebbe gli abusi e le violenze contro cristiani e musulmani”, conclude l’organizzazione.