“Le nostre comunità e la nostra Chiesa hanno bisogno di uomini e donne che sognano la comunione, immaginano percorsi di accoglienza, s’impegnano a cercare quello che unisce, non ciò che divide. Purtroppo, anche nella comunità ecclesiale, c’è chi, in nome di una pseudo-difesa della verità, teorizza come virtuoso tracciare confini e innalzare muri. Ma ostacolare la comunione è tradire Cristo e il Vangelo, la verità cristiana è la fraternità”. Così l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nella messa celebrata oggi a Rovereto, nella chiesa di San Marco, per la festa della patrona, Maria Ausiliatrice, “la donna di Nazareth in perenne uscita, impegnata – ha sottolineato il presule – a sognare un modo senza confini e frontiere” . “Come Maria – ha aggiunto –, lasciamo che Gesù di Nazareth riscriva il nostro modo di pensare Dio, restituendo al suo nome la forza di rialzare l’umanità piegata dall’odio e dalla paura”.
La celebrazione è stata l’evento centrale della festa patronale roveretana, segnata dalle limitazioni imposte dall’emergenza coronavirus. Un richiamo ai giorni più duri della crisi sanitaria al momento della lettura del Voto a Maria che si rinnova dal 1703, quando la città era assediata dalle truppe francesi. A leggerlo, quest’anno un medico, il chirurgo roveretano Paolo Moscatelli, in rappresentanza di tutti gli operatori sanitari.