L’Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, condanna fermamente l’attacco brutale e ingiustificato contro un sito che accoglie 800 sfollati interni vicino al villaggio di Nguetchewe, nella regione dell’Estremo Nord, in Camerun. Almeno 18 persone sono state uccise e 11 ferite nell’incidente avvenuto nelle prime ore di domenica 2 agosto, quando gli assalitori hanno lanciato un ordigno esplosivo, probabilmente una granata, all’interno dell’insediamento, mentre tutti dormivano. Alcuni dei feriti sono stati evacuati all’ospedale del distretto di Mokolo, a un’ora di auto da Nguetchewe. Circa 1.500 persone, tra cui gli abitanti terrorizzati della comunità di accoglienza, sono fuggite nella vicina città di Mozogo per mettersi in salvo. L’Unhcr ha avviato una missione di emergenza per valutare la situazione e le esigenze sanitarie e di protezione delle persone colpite. L’agenzia Onu rivolge un appello a tutti gli attori coinvolti “affinché rispettino il carattere civile e umanitario che distingue i campi di sfollati interni e rispondano prontamente alle urgenti esigenze di persone traumatizzate dalla necessità di fuggire dalle violenze in più occasioni”. Nella regione del bacino del Lago Ciad oltre 3 milioni di persone sono state costrette alla fuga: 2,7 sono sfollati interni in Nigeria nordorientale, Camerun, Ciad e Niger, e 292.682 sono rifugiati nigeriani nei Paesi confinanti.
Da gennaio 2020 il Camerun ha registrato 87 aggressioni perpetrate da Boko Haram lungo la frontiera settentrionale con la Nigeria. Di queste, 22 nel solo distretto settentrionale di Mozogo. Tutti gli attacchi violenti sono costati la vita a 30.000 persone.