(Londra) Si trovano nel Regno Unito i quindicenni più tristi in Europa e questa infelicità, nell’età adolescenziale, è andata aumentando, in modo costante, nel Paese, a partire dal 2009. Una situazione aggravata dai quattro mesi di lockdown provocati dalla pandemia. Ad affermarlo è il “Good Childhood Report 2020”, “Rapporto 2020 su un’infanzia di qualità”, radiografia dei minori britannici compilata ogni anno dalla “Children’s Society”, importante charity che collabora da vicino con le chiese cristiane. Da queste 95 pagine emerge che quasi uno ogni cinque minori, tra i 10 e i 17 anni, nel Regno Unito – si tratta di 1,1 milioni di bambini e ragazzi – hanno dichiarato di essere insoddisfatti della loro vita durante la quarantena.
Un dato ancora più preoccupante se paragonato con quelli provenienti dagli altri Paesi europei. Riprendendo statistiche compilate dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico il rapporto spiega che soltanto il 64% dei minori britannici hanno sperimentato alti livelli di soddisfazione di vita, il dato più basso tra i 24 Paesi presi in considerazione. Tra le cause principali di questa “infelicità giovanile” la mancanza di un rapporto soddisfacente con gli amici, la paura del fallimento scolastico, la pressione eccessiva posta dalla società sui giovani perché abbiano successo. Nel rapporto 132mila ragazzi, tra i 13 e i 15 anni, raccontano di non avere amici stretti sui quali poter contare se hanno problemi.