Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi sette mesi di quest’anno sono state 716. Pur nella provvisorietà dei numeri, questo dato evidenzia un aumento di 117 casi rispetto ai 599 registrati nello stesso periodo del 2019 (+19,5%). L’incremento è influenzato dal numero dei decessi avvenuti e protocollati al 31 luglio 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo. È quanto emerge dagli open data Inail su “Infortuni e malattie professionali” relativi ai primi sette mesi del 2020.
Stando ai dati diffusi, a livello nazionale rispetto ai primi sette mesi dell’anno scorso si registra una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 167 a 113 (-32,3%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 432 a 603 (+39,6%). Al 31 luglio risultano sei incidenti plurimi avvenuti nei primi sette mesi del 2020, per un totale di 12 decessi: il primo in gennaio, costato la vita a due lavoratori vittime di un incidente stradale a Grosseto, il secondo in febbraio, con due macchinisti morti nel deragliamento ferroviario avvenuto in provincia di Lodi, il terzo e il quarto in marzo, con due vittime per incidenti stradali in provincia di Torino e altre due in provincia di Bologna, il quinto in giugno, con due operai travolti dal crollo di un muro a Napoli, e l’ultimo in luglio in un cantiere edile di Roma, in cui sono deceduti due operai caduti da un ponteggio. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi avvenuti tra gennaio e luglio erano stati 12, con 24 casi mortali denunciati (20 dei quali stradali).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione di 12 casi mortali nelle Isole (da 58 a 46). Il Nord-Ovest si contraddistingue, invece, per un incremento di 112 casi mortali (da 153 a 265), complice soprattutto l’aumento di 89 casi della Lombardia. Il Centro registra un aumento di otto decessi ( da 120 a 128), il Sud sette casi mortali in più (da 134 a 141) e il Nord-Est due in più (da 134 a 136).
L’incremento rilevato nel confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2019 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 548 a 644 (+96 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 21 casi in più, da 51 a 72.
In aumento le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 488 a 609), mentre calano quelle dei lavoratori extracomunitari (da 71 a 69) e comunitari (da 40 a 38).
Per quanto riguarda infine le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sette mesi del 2020, queste sono state 25.205, 13.296 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-34,5%). Anche in questo caso a influenzare la flessione del 49% rispetto allo stesso periodo del 2019 è stato il lockdown. Le prime tre malattie professionali denunciate tra gennaio e luglio di quest’anno continuano a essere, nell’ordine, le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e quelle dell’orecchio, seguite dalle malattie del sistema respiratorio e dai tumori. Tutte registrano diminuzioni nei periodi in esame.