“La pandemia è stata uno tsunami; Ha amplificato le differenze economiche, di genere, lavorative, ma ci ha anche fornito lo stimolo per “sguardi nuovi”. E sappiamo che “buona parte di ciò che ci aspetta dipende da come ci porremo: come cristiani abbiamo la responsabilità di non perdere la speranza e di essere tessitori di fraternità; non possiamo cadere nelle logiche di divisione”. Sono le parole di suor Alessandra Smerilli, economista e docente alla facoltà Auxilium, intervenuta oggi alle Giornate di spiritualità missionaria di Assisi. La task force economica voluta da Papa Francesco per affrontare il futuro post-pandemico senza farci cogliere impreparati, è un segnale in questa direzione. “Il futuro va preparato, non dobbiamo attenderlo passivamente, la pandemia è un’occasione di cambiamento. Insieme si può fare”, dice Smerilli. La pandemia ci ha dunque atto scattare una sana reazione, invertendo la rotta del cammino. “Quando si parla di bene comune la riflessione è quella del lavorare insieme e la metafora è quella di un corpo che funziona solo se ognuno fa la sua parte”.
Suor Smerilli ha spiegato che “i termini inglesi welfare e wellbeing, sono differenti da quello italiano benessere. Lo star bene veramente è sempre legato agli altri: non è il benessere dell’avere, e del godere di un certo livello di ricchezza, che invece è molto individuale. Questo è emerso nei momenti della pandemia, quando è stato fatto il possibile per salvare le vite degli anziani”. Nonostante la pandemia ci sono segnali concreti di tessitori di fraternità? “La pandemia ha fatto da catalizzatore di ciò che c’era già ed era latente: il tema del’attenzione dei giovani sia ai temi ambientali che ad un’economia diversa, già c’era e adesso è ancora più forte. Sono giovani che vogliono cambiare il mondo. Tutto questo mi da speranza. La pandemia ha accelerato, prima avvertivo un po’ di stanchezza che non faceva emergere il diverso”.