Si è svolta questo pomeriggio nello stadio comunale di Trevi nel Lazio (Fr) la messa nella vigilia della festa del patrono san Pietro Eremita, vissuto nel XII secolo e di cui a Trevi sono conservate le spoglie. A presiedere la celebrazione è stato il vescovo di Anagni-Alatri, mons. Lorenzo Loppa, che nell’omelia ha evidenziato che “la fede cristiana è una risposta a una chiamata. San Pietro eremita ci dice di seguire la scelta di disponibilità completa al Padre e ai fratelli fatta da Gesù salendo sul Calvario”. Mons. Loppa ha poi ricordato chi ha dato la vita per gli altri nel tempo della pandemia, dai sanitari ai sacerdoti, dai genitori ai figli. “Abbiamo imparato in questi mesi che la Chiesa in uscita non sono solo sacerdoti e vescovi, ma chi porta negli altri l’amore alla vita, alla pace, alla giustizia”, ha affermato. Durante la celebrazione all’aperto è stato esposto il busto reliquiario di san Pietro eremita, solitamente portato per le vie del paese in processione, che quest’anno non si tiene per l’emergenza Covid-19. “La vera processione è quella che facciamo ogni giorno, entrando nel dolore ma anche nelle consolazioni degli altri per portarvi la presenza di Dio”, ha riflettuto il vescovo di Anagni. E ha concluso: “Chiediamo al Signore di passare attraverso questo tempo difficile da cristiani, mettendo in circolo fiducia e carità. Ci sia d’esempio san Pietro eremita che, da analfabeta, ha vissuto la sapienza del Vangelo nel silenzio e ha spinto le persone a vivere secondo la volontà del Signore. Siano le nostre parrocchie simbolo di resilienza e ripartenza”.