“Nelle prime comunità cristiane la ‘koinonia’, la comunione, era una totale fusione, una unione non solo di beni ma ‘di anime’: ‘i primi cristiani erano un’anima sola’. Da loro possiamo reimparare la fraternità”. Così si è espresso don August Barbi, biblista all’Issr di Verona, nell’aprire, ieri sera, la 18ª edizione delle Giornate di formazione e spiritualità missionaria a cura della Fondazione Missio ad Assisi. Il biblista ha “riletto” i riferimenti alla fraternità delle origini negli Atti degli Apostoli, in particolare in Luca. “L’aver ricordato queste espressioni ad un uditorio greco voleva dire per Luca ricercare un grande ideale, da Platone fino alle filosofie stoiche. Tra gli amici tutto è in comune e nulla è in proprio ed esclusivo. Gli amici sono un’anima sola”, ha aggiunto.
Don Barbi ha spiegato ancora: “Luca ci offre un quadro ideale della vita fraterna con cui le comunità di tutti i tempi devono confrontare il proprio stile di vita e la propria pratica pastorale. All’origine delle prime comunità cristiane c’è l’azione dello Spirito”.
Quest’anno la partecipazione alle Giornata nazionali, dal titolo “Non lasciamoci rubare la fraternità”, a cura dell’Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese e della Fondazione Missio, è possibile solo in modalità on line. Gli iscritti potranno seguire gli interventi in diretta streaming e porre domande audio in tempo reale ai relatori.
“Le prime comunità cristiane – ha detto Barbi – avevano tessuto relazioni davvero fraterne” e la comunione comportava “la cura delle relazioni interpersonali, radicate nella comune esperienza di fede; inoltre, la pratica dell’uso solidale dei beni in liberalità e gratuità: perché non c’è fraternità senza condivisione”.
Uno sconvolgimento totale per le usanze di quei tempi. “La cosa più singolare – ha sottolineato il biblista – è che tutto questo era sconvolgente per l’ordinamento sociale del tempo”.