“Secondo un nuovo rapporto dell’Unicef pubblicato oggi – mentre i Paesi di tutto il mondo sono alle prese con i loro piani di ‘ritorno a scuola’ -, almeno un terzo dei bambini nel mondo che vanno a scuola – 463 milioni di bambini in tutto il mondo – non hanno potuto accedere all’apprendimento a distanza quando le loro scuole sono state chiuse a causa del Covid-19”. Lo ha affermato il presidente di Unicef Italia, Francesco Samengo, in occasione della pubblicazione del rapporto “Remote Learning Reachability” che evidenzia i limiti dell’apprendimento a distanza e mostra le profonde disuguaglianze di accesso tra regioni del mondo. Gli studenti dell’Africa subsahariana sono i più colpiti, con la metà degli scolari che non possono essere raggiunti con l’apprendimento a distanza.
Al culmine delle misure di lockdown a livello nazionale e locale, quasi 1,5 miliardi di studenti sono stati colpiti dalla chiusura delle scuole. “Per almeno 463 milioni di bambini le cui scuole sono state chiuse a causa del Covid-19, non è stato possibile accedere all’apprendimento a distanza”, ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef. “Il numero di bambini la cui istruzione è stata completamente interrotta per mesi è un’emergenza educativa globale. Le ripercussioni potrebbero essere avvertite nelle economie e nelle società per i decenni a venire”.
A livello globale, il 72% degli scolari che non possono accedere all’apprendimento a distanza vive nelle famiglie più povere dei rispettivi Paesi. Nei Paesi a reddito medio-alto, gli scolari delle famiglie più povere rappresentano fino all’86% degli studenti che non possono accedere all’apprendimento a distanza. A livello globale, tre quarti degli scolari senza accesso vivono in zone rurali.
Circa il 70% dei bambini in età prescolare – 120 milioni di bambini – non può essere raggiunto dall’apprendimento online dal quale è escluso il 29% dei bambini delle scuole elementari – 217 milioni di studenti. Impossibile l’accesso anche per circa il 24% degli studenti delle scuole secondarie di primo grado – 78 milioni di studenti – mentre gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado sono stati i meno esposti al rischio di perdere l’apprendimento a distanza, con circa il 18% – 48 milioni di scolari – che non hanno le risorse tecnologiche per accedervi.