“Cesare Pavese moriva settant’anni fa lasciando nella cultura italiana il segno del suo prezioso e originale apporto. Scrittore, poeta, critico letterario, traduttore raffinato di autori americani e inglesi, Pavese è stato uno degli intellettuali italiani più significativi del Novecento”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda Cesare Pavese di cui ricorre oggi il 70° anniversario della morte.
“Fu animatore tra i più importanti e prestigiosi dell’editrice Einaudi”, rammenta il Capo dello Stato sottolineando che “insieme ad altre personalità antifasciste riuscì a comporre un patrimonio di cultura, di pensiero, di letteratura, da cui il Paese ha tratto energia fin dagli anni della conquista della libertà e della democrazia e che poi ha contribuito alla formazione di tanti giovani”.
“Nella tormentata esperienza di uomo e di scrittore, Pavese ha cercato di tenere in relazione la solitudine dell’individuo moderno con le vicende della storia e l’impegno nella comunità”, prosegue Mattarella, osservando come “il forte legame con la terra di origine è rimasto un tratto cruciale della sua personalità e della sua narrazione”. “Ha pagato con sofferenze interiori un’intelligenza e una sensibilità fuori dal comune, ma proprio questa inquietudine e questo desiderio di piena umanità – il tributo del presidente – rendono ricca l’eredità delle sue opere e fanno sì che un simile tesoro sia oggi un bene comune degli italiani, tanto apprezzato anche in Europa e nel mondo”.