Annullare le norme che favoriscono il propagarsi degli incendi e proteggere, così, la casa comune. Lo chiede la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) della Bolivia, attraverso una nota diffusa ieri dal presidente dell’organismo ecclesiale, mons. Eugenio Coter, vescovo del vicariato apostolico di Pando. Il 20 agosto scorso il Tribunale internazionale per i diritti della natura ha stabilito che i disastri del 2019, causati dai massicci incendi in Chiquitania, Chaco, Oriente e Amazzonia, sono stati un “ecocidio causato dalle autorità boliviane e dall’agrobusiness”.
Secondo la Repam la sentenza riconosce le responsabilità, rispetto alla catastrofe ecologica, della legislazione boliviana e delle azioni politiche a diversi livelli. Perciò, la nota chiede “al potere legislativo di abrogare le leggi che favoriscono gli incendi che hanno colpito la Bolivia e anche le successive normative che cedono il passo alle colture transgeniche; al potere esecutivo di promuovere azioni concrete a tutela della natura; e alle organizzazioni economiche e sociali di assumere la salvaguardia della casa comune”.
La forza del pronunciamento del Tribunale internazionale “contesta implicitamente anche gli organi nazionali di giustizia che sono rimasti in un silenzio complice e inoperante di fronte alle affermazioni che, all’epoca, erano motivate e che richiedevano un’azione giudiziaria”.
Repam Bolivia “celebra questa sentenza e alza la sua voce chiedendo alle diverse Istituzioni di accettare la sentenza del Tribunale internazionale per i diritti della natura e di applicarla, nella consapevolezza che questa decisione, pur non avendo forza giuridica vincolante, ha un alto valore morale di fronte alle organizzazioni nazionali e internazionali e di fronte alla popolazione, perché chiamate a prendersi cura del benessere generale”.
La nota si conclude con un invito “ai cittadini che si stanno preparando a votare il 18 ottobre a interpellare i candidati e i partiti politici sui loro programmi riguardo a protezione ambientale, agroeconomia e sviluppo rurale, in particolare in Amazzonia”.