Austria: ricerche di storia sociale ed ecclesiale, convento di Waldhausen riaccoglie tre mummie di monaci del XVII secolo

Tornano a casa tre mummie del XVII secolo del convento di Waldhausen, dopo accurati studi anatomo-patologici e ricerche archeo-forensi. Le risposte confermano l’appartenenza delle tre mummie a membri stanziali del monastero, senza riuscire, peraltro, a confermarne l’identità. Il prossimo 6 settembre gli studi e i risultati saranno ufficialmente presentati ai fedeli, come è stato confermato in un comunicato della diocesi di Linz, alla quale il monastero di Waldhausen afferisce. Il patologo ed esperto di mummie di Monaco di Baviera, Andreas Nerlich e gli specialisti forensi Peter Hofer e Oliver Peschel hanno svolto le ricerche scientifiche. Peschel è addetto alla conservazione della famosa mummia “Ötzi”, ritrovata sul ghiacciaio del Similaun nel 1991, e conservata nel museo archeologico di Bolzano. Il team di tre persone era già responsabile della diagnosi di una mummia della parrocchiale di St. Thomas am Blasenstein, che oggi ha un nome: quello del 37enne Franz Xaverius Sydler de Rosenegg, sacerdote morto di epilessia e tubercolosi nel 1746, che stette per molti anni nel convento di Waldhausen. Purtroppo i ricercatori hanno dovuto fare i conti con le devastazioni subite dalla cripta del convento di Waldhausen durante il nazismo: antichi documenti sono andati perduti e le mummie hanno subito danni per la cattiva conservazione.
Non si è infatti riusciti a risalire all’identità dei morti e neanche da cosa sia derivato il processo di mummificazione. Gli studi hanno evidenziato che benché godessero di una buona scorta di cibo, non erano necessariamente in ottima salute: avrebbero sofferto di arteriosclerosi e tubercolosi polmonare. Ora saranno tumulate in una nuova sepoltura nella cripta del monastero. Tali studi si inseriscono nella più ampia ricerca sulla storia sociale ed ecclesiale europea.

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