È firmata dal presidente della Consulta regionale delle aggregazioni laicali di Basilicata, Lindo Monaco, dai presidenti delle Consulte diocesane e dai responsabili di quarantotto associazioni e movimenti lucani una lettera aperta al ministro della Salute Roberto Speranza riguardo alle nuove direttive sull’aborto farmacologico. L’intenzione di consentire “a breve l’uso della Ru486 senza l’obbligo di ricovero e fino a tutta la nona settimana di gestazione” sembra “consolidare la scelta di una privatizzazione e ulteriore banalizzazione della vicenda abortiva, sottostimando i danni per la salute della donna, sui quali esiste una vasta casistica, derivanti dall’uso di un composto chimico e le connesse conseguenze psichiche”. Di fronte all’evidenza scientifica a favore delle nuove direttive affermata dal ministro, le associazioni lucane affermano che la dignità “di ogni vita che, fin dal suo albore, resta in se stessa, sempre e comunque, un bene intangibile e indisponibile. Continuare ad ampliare le possibilità di soppressione della vita smentisce di fatto tale evidenza”. Alla luce poi dell’articolo 1 della legge 194, che afferma il valore sociale della maternità e tutela della vita umana dal suo inizio, le associazioni chiedono infine al ministro Speranza di “concretizzare quanto della legge resta inapplicato, attraverso il potenziamento dei Consultori, specifiche campagne di informazione in favore della vita e, soprattutto, fornendo idonei sostegni alle donne e ai nuclei familiari, per affrontare la vasta complessità di motivazioni e superare le cause che conducono all’aborto volontario”.