Si sono svolte questa notte tra Accumoli e Amatrice le celebrazioni del quarto anniversario del terremoto che alle 3.36 del 24 agosto 2016 devastò il Centro Italia.
È stata, come accade ormai da quattro anni, la notte della memoria e della preghiera che ha visto le comunità locali terremotate partecipare nel pieno rispetto delle restrizioni anti-Covid. “La speranza degli afflitti non verrà delusa” è stato il messaggio lanciato nella sua riflessione da don Stanislao Puzio, parroco di Accumoli, durante la veglia di apertura svoltasi alle 21.30 di ieri sera nella località di Grisciano. A fare da sfondo, come riferisce andareoltre.org, il sito pensato dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali della diocesi di Rieti per raccontare la ricostruzione, la fiancata di un bar, trasformata per l’occasione in un balcone fiorito. “La drammatica esperienza di questi quattro anni ci ha fatto capire che l’afflizione, originatasi in una manciata di secondi, rimane come sottofondo del nostro vivere quotidiano. Niente è e sarà come prima”, ha detto don Puzio. Il ricordo di chi non c’è più e la preghiera “alimentano la speranza facendo innalzare, insieme ai muri di cemento, anche le esistenze delle persone terremotate”. Ma, ha ammesso il parroco, “non è facile parlare di speranza in questa terra martoriata dal terremoto e ulteriormente provata dalla pandemia, ma proprio in questo contesto è necessario farlo per non lasciare il terreno incolto e favorevole alla disperazione. Abbiamo promesso a chi abita qui che non lo avremmo abbandonato ma aiutato a ricostruire una quotidianità. Per don Puzio, però, nel racconto del post-sisma vanno evitati due estremi, “dire che va tutto bene o che va tutto male. Stiamo attraversando il periodo dell’erba”, ha spiegato. “La demolizione quasi completata e la costruzione poco avviata hanno fatto sì che al posto delle case sia cresciuta tanta erba, dalla quale deve rinascere la speranza”. “Provare a credere” è stata l’esortazione del vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili che si è rivolto al commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini, presente alla veglia: “Preso atto della lentezza della ricostruzione, è necessario imprimere una svolta, alla quale, in questa particolare circostanza, la comunità prova ancora una volta a credere”. Parole riprese anche da don Puzio: “È importante che tutti noi ci sentiamo protagonisti di questa ricostruzione dobbiamo essere persone che non soltanto sperano ma che contribuiscono con gli atteggiamenti e le fatiche a far sì che questa non sia più terra di disperazione”.