Ieri, domenica 23 agosto, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha celebrato la Messa a Castelluccio di Norcia, nella piccola edicola situata nel mezzo del Pian Grande, a ridosso del bosco di conifere a forma d’Italia. In questo luogo di culto, alle pendici del Poggio di Croce, trovavano riparo i pastori durante i temporali. Una celebrazione semplice e familiare che si è tenuta alla vigilia del quarto anniversario del terremoto (24 agosto 2016) che distrusse il Centro Italia, provocando anche la morte di 299 persone. Durante la Messa si è pregato per Papa Francesco che in questi anni, più volte e in più modi, è stato vicino ai terremotati, non ultimo nell’Angelus di ieri durante il quale ha chiesto di accelerare la ricostruzione. “La costante prossimità del Papa – ha affermato mons. Boccardo – è un grande incoraggiamento per tutti noi chiamati, a livelli diversi, a riedificare le comunità ferite dal sisma, sia materialmente sia moralmente”. Nel corso della celebrazione, poi, l’arcivescovo ha ricordato i familiari defunti delle persone presenti.
“Vedere ancora così Castelluccio di Norcia – ha sostenuto il presule – ci riporta necessariamente alle scosse dell’estate e dell’autunno del 2016, ma soprattutto ci riporta al dolore, alla sofferenza e all’amarezza di tante popolazioni che dopo quattro anni ancora non possono ritornare nelle loro case. L’abbiamo detto tante volte e non ci stanchiamo di ripeterlo: la casa è un diritto e lo Stato non può per ragioni burocratiche privare di un diritto fondamentale tutte queste persone”.
“C’è una responsabilità grave – ha proseguito mons. Boccardo – che incombe su tutti coloro che hanno il dovere di custodire, di promuovere e di sostenere il bene pubblico. Per questo il nostro primo pensiero va a tutte quelle persone e famiglie che ancora sono costrette a vivere lontano dalle loro case, dai luoghi dei loro affetti e dei loro ricordi. Un appello accorato lo voglio rivolgere a tutti coloro che ci governano ai vari livelli: non ci dimenticate. Tante volte ci è stato detto ‘non vi dimenticheremo’. Abbiamo visto come da altre parti si è riusciti anche a ricostruire opere ardite. E noi qui dopo quattro anni abbiamo ancora le macerie”.
“Da queste macerie – ha osservato il presidente della Conferenza episcopale umbra – vogliamo raccogliere quel grido che tocca il cuore e la coscienza di tutti: non perdiamo la speranza. Nonostante si faccia di tutto per rubarcela, noi non vogliamo perdere quella determinazione per guardare avanti con fiducia”. “Vogliamo cogliere le nuove ordinanze emanate l’altro giorno dal commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini come un segno positivo che ci permette di essere tenaci, cioè di non scappare ma di rimanere qui con forza e con determinazione”.
Al termine della Messa l’arcivescovo ha rassicurato gli abitanti di Castelluccio: “Il progetto per la struttura che fungerà da chiesa è pronto, stiamo attendendo le ultime autorizzazioni”.