Un Paese troppo spesso dimenticato, scenario di massacri davanti ai quali non si può tacere. In Nigeria questa settimana combattenti jihadisti hanno preso in ostaggio centinaia di civili nella città di Kukawa, nella parte settentrionale del Paese. Un’avanzata che porta ad un progressivo controllo delle popolazioni sul territorio della regione del lago Ciad. In oltre dieci anni di violenze sono più di 36mila le vittime nella parte nordoccidentale della Nigeria. L’iniziativa dei “40 giorni di preghiera per la salvezza del Paese” come si legge sul sito web della Recowa-Cerao, la Conferenza episcopale regionale dell’Africa occidentale e rilanciata da Vatican News – intende dunque invocare l’aiuto di Dio per porre fine a questa terribile crisi. Si concluderà il 30 settembre, vigilia della Festa dell’Indipendenza.
Nell’arco delle giornate i fedeli sono invitati a recitare quotidianamente a mezzogiorno, dopo la preghiera dell’Angelus, un Padre Nostro, tre Ave Maria ed un Gloria al Padre. Il 1° ottobre, invece, per celebrare l’indipendenza nazionale, i presuli nigeriani raccomandano di recitare il Rosario, in particolare i Misteri dolorosi.
La decisione di indire un lungo periodo di preghiera scaturisce dal clima di grave insicurezza e violenza che si respira nel Paese africano, a causa di attacchi perpetrati negli ultimi mesi da diversi gruppi militanti che, tra rapimenti e omicidi, hanno preso di mira i cristiani, tanto che da più parti si è parlato di “genocidio”. Una situazione che la Conferenza episcopale nigeriana (Cbcn) denuncia e deplora con forza, chiedendo al governo di “porre fine con decisione all’uccisione di persone innocenti”. “Siamo tutti stanchi di questa situazione – scrivono i presuli in una nota –. I nostri cuori sanguinano e siamo sempre più preoccupati per i massacri in corso”.
Di qui, l’appello alle autorità competenti affinché assicurino che “gli autori degli omicidi siano consegnati alla giustizia”, perché “dove non c’è giustizia non può esserci pace e dove non c’è pace, non può esserci sviluppo”. Soprattutto, la Cbcn ricorda che “non ci sarà mai uno sviluppo sostenibile costruito sullo spargimento di sangue di persone innocenti, brutalmente assassinate da fondamentalisti”. Invitando, poi, i leader politici a non strumentalizzare tali omicidi, i presuli ribadiscono: “La perdita della vita di qualsiasi nigeriano non aiuta a promuovere alcuna religione o alcun progetto politico”. Inoltre, guardando alle promesse fatte dal governo attuale durante la campagna elettorale, la Chiesa di Abuja richiama l’esecutivo a “sradicare la corruzione, garantire la sicurezza per la vita e la proprietà privata, far crescere l’economia, creare posti di lavoro e un ambiente favorevole allo sviluppo del settore privato”.
Inoltre una Giornata di preghiera ecumenica nazionale è stata indetta per domani, domenica 23 agosto, dall’Associazione cristiana nigeriana (Can) che ha invitato tutti i fedeli ad aderire all’iniziativa. In particolare, in una nota a firma del segretario generale, Daramola Joseph Bade, i membri della Can hanno esortato le chiese del Paese a dedicare, domani, almeno 15 minuti di tempo per offrire preghiere collettive.