“No all’iniziativa per la limitazione”, perché “minaccia i nostri salari e le nostre condizioni di lavoro”, “è dannosa per l’economia e mette a repentaglio l’occupazione”, “mina la coesione sociale”. Il sindacato Syna scende in campo per dire no al referendum voluto dall’Udc (Unione democratica di centro, partito di estrema destra). “Chi non vuole la libera circolazione delle persone – afferma il Syna, che lancia una campagna per il no – rifiuta in blocco gli accordi bilaterali. Perché se un accordo viene disdetto, automaticamente cadono anche tutti gli altri. Ma in quanto piccola economia fortemente dipendente dalle esportazioni, la Svizzera dipende da buone relazioni regolamentate con i suoi vicini e con i principali partner commerciali. Da questo dipendono molti impieghi”. Il sindacato Syna, che ha tra i suoi iscritti quasi il 50% di stranieri, afferma ancora: “Chi non vuole la libera circolazione delle persone rifiuta i chiari diritti di soggiorno dei concittadini provenienti dall’Ue e, quindi, dei nostri colleghi di lavoro, vicini di casa, amici e compagni della cerchia associativa e sindacale. La loro disparità di trattamento è ingiusta e mina la coesione sociale”. In questo video la testimonianza di un lavoratore di origini italiane.