“Una delle conseguenze non ovvie della pandemia Covid-19 è stato lo svuotamento degli accessi ambulatoriali. Oculisti, dermatologi, pediatri, dottori di medicina di generale hanno registrato un calo forte degli accessi, con punte del -57% per le visite andrologiche e -50% per quelle ginecologiche”. Sono questi alcuni dei dati presentati al Meeting di Rimini da Lucio Corsaro, direttore generale Medipragma (Istituto di ricerche di mercato indipendente specializzato nella realizzazione di indagini in campo sanitario), sulla base di ricerche condotte di recente tra la popolazione italiana. Dalla ricerca emerge inoltre che “c’è stata una riduzione degli accessi per infarto miocardico, con conseguente aumento della mortalità. Anche le visite generiche quotidiane da medici di base e pediatri sono diminuite (con picchi nel mese di maggio 2020) e non sono ritornate ai livelli dell’estate 2019”. Secondo Corsaro, “il 48% degli italiani nel periodo segnato dal Covid ha preferito rinviare visite mediche non urgenti per paura del contagio e per rischi avvertiti nel recarsi in ospedale o ambulatorio. Il 12% le ha rinviate per minori disponibilità economiche”. Circa le vaccinazioni “il 49,8% ha dichiarato di essere favorevole a fare vaccino influenzale (con picco tra gli over 65) e il 62% degli intervistati sarebbe disposto a una vaccinazione anti-Covid (con picco del 72% tra gli anziani), qualora fosse disponibile un vaccino entro Natale”. Sulle minori disponibilità economiche per le cure è intervenuto anche Filippo Anelli, presidente Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, per il quale “un calo delle visite mediche per mancanza di disponibilità economiche, dal 5% del passato al 12% attuale, avrà degli effetti nel prossimo futuro”. In questo senso il Ministero della Salute deve “giocare un ruolo decisivo da garante per superare le diseguaglianze”. “La telemedicina ha portato invece effetti positivi, come la dematerializzazione della ricetta medica. Con il Covid è sparita la carta, grazie a WhatsApp o al fascicolo sanitario elettronico. I medici sono stati autorizzati a rinnovare in modo automatico i piani terapeutici”. Sviluppi positivi della telemedicina potrebbero registrarsi anche nelle cure domiciliari dei malati cronici laddove lo specialista potrebbe diventare consulente del medico di medicina generale. Ultimo dato fornito è quello che mostra come il “35% degli italiani abbia paura di contrarre il Covid nelle strutture sanitarie. I cittadini – ha dichiarato Anelli – devono sentirsi sicuri, perché sono stati attuati percorsi diversificati negli accessi e perché la sicurezza è un diritto dei cittadini e dei professionisti”.