“I giovani i nuovi untori? Nessuno si senta assolto”: lo afferma Luciano Squillaci, presidente della Fict. “Mi sembra giusto. La colpa adesso è tutta dei giovani, incoscienti, arroganti, incapaci di comprendere la gravità della situazione. Egoisti, egocentrici che ci mettono tutti a rischio semplicemente per la loro voglia sfrenata di divertirsi… E sia. Se la cosa rende più tranquille le nostre coscienze, diamoci dentro con i nuovi untori! Che parta la caccia alle streghe! Giovani persi nelle discoteche e nella movida, incapaci di percepire il pericolo del contagio, incuranti delle conseguenze, ignoranti su tutto quello che li circonda fuorché su ciò che può aumentare il loro divertimento…”, prosegue il presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche, che invita a guardare al di là dell’emergenza coronavirus: “Non so voi, ma io mi sono chiesto, vedendo alcune scene di ragazzi strafatti intervistati dai Tg, se davvero il problema principale che ci deve preoccupare è il rischio del contagio da Covid. Quest’anno giustamente ci indigniamo che questa colpevole massa di gioventù perduta possa in qualche modo rendere inutili gli sforzi fatti durante il lockdown… ma ci indigniamo per comportamenti che lo scorso anno avremmo tranquillamente derubricato a ‘ragazzate’, quando non addirittura condiviso con un ‘è giusto che si divertano’. E intanto aumentano le risse, le morti per incidenti stradali dopo notti brave, l’abuso di sostanze legali ed illegali tra i giovani. Eppure, solo un anno fa, tutto questo ci sembrava ‘normale'”.
Secondo Squillaci, “è sui rischi educativi di questa normalizzazione dell’eccesso che dovremmo riflettere. La questione è tutta qui. E allora mi sembra alquanto ipocrita, oltre che ingiusta, questa nostra indignazione da benpensanti. Chi di noi può sentirsi assolto se, fino a ieri, non solo abbiamo giustificato ogni atteggiamento dei nostri figli, ma di più gli abbiamo costruito intorno un mondo di cartone, indicandogli il ‘tutto e subito’ come principale stile di vita? Con che autorevolezza oggi ci arrabbiamo per l’assenza di responsabilità dei nostri giovani, quando siamo stati noi ad insegnargli le relazioni ‘usa e getta’ e senza vuoto a rendere?”.
Queste sono, per il presidente della Fict, “le domande che dovremmo farci. Ma occorrerebbe un coraggio che gli adulti del nostro tempo hanno ormai perso. Significherebbe mettere tutto in discussione, a partire da noi stessi e dai nostri valori. Mi impressionano le interviste di questi giorni, senza dubbio. Ma mi impressionano perché danno uno spaccato di quello che il mondo
degli adulti è stato capace di creare per i ragazzi. Li vedo lì, adolescenti che fino a due anni fa compravano le figurine, con i cocktail in mano, impasticcati, allucinati, completamente andati. E li vedo soli, in mezzo a migliaia di persone. E no, in questo mare di vite a perdere, non può essere solo il Covid a preoccuparci…”.