“Occorre ripartire – mentre prosegue, con doverosa determinazione, l’azione di accertamento delle cause e delle responsabilità del crollo – per sviluppare e, per qualche aspetto, ricostituire una affidabile cultura della sicurezza, di adeguata manutenzione e del controllo che coinvolga e responsabilizzi imprese, enti pubblici, istituzioni locali e nazionali, università, mondo della ricerca”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lettera pubblicata oggi dal quotidiano genovese “Il Secolo XIX”, in occasione del secondo anniversario del crollo del Ponte Morandi.
Il Capo dello Stato sottolinea come “non è possibile dimenticare lo sbigottimento recato dalle prime notizie, le drammatiche conferme, il numero dei morti che cresceva, l’impegno generoso dei soccorritori, il dolore profondo e composto dei familiari delle vittime, la desolazione di chi aveva perso la propria casa, la solidale e dignitosa risposta di Genova, città profondamente ferita, la vicinanza di tutta l’Italia”. “Quel tragico evento – evidenzia Mattarella – è stato vissuto anche come simbolo di contraddizioni presenti del nostro Paese, nel quale modernità, genio e sviluppo convivono con incurie inaccettabili e con antiche negligenze”. “Il nuovo, bellissimo, Ponte di San Giorgio – disegnato dal genio genovese di Renzo Piano, realizzato in tempi lodevolmente rapidi e inaugurato pochi giorni addietro – ha sanato il vulnus infrastrutturale, dando prova della straordinaria capacità italiana di rialzarsi da traumi e sciagure”, prosegue il presidente, ricordando che prima della “cerimonia sobria e rispettosa dei sentimenti di dolore e di speranza che il nuovo Ponte suggerisce” ha “incontrato in Prefettura alcuni rappresentanti dei familiari delle vittime”. “È stato un momento che conserverò nella mia memoria”, rivela il Capo dello Stato: “La loro giusta richiesta di verità e giustizia per i propri cari, inghiottiti dal crollo del ponte, è stata accompagnata dalla forte e sofferta esortazione che vengano in ogni modo evitati in futuro disastri simili con nuovi lutti e nuove vittime”.