Tutto pronto: sta per salpare dal porto di Burriana, in Spagna, la nave Sea-Watch 4, acquistata grazie ad un crowdfund guidato dalla Chiesa evangelica in Germania, per aiutare nel Mar Mediterraneo i migranti che tentano di raggiungere l’Europa dal Nord Africa. Ad annunciarlo qualche giorno fa, è stata la Chiesa evangelica di Germania (Ekd), e la notizia è stata rilanciata anche dal Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) che sostiene l’iniziativa. “Chiediamo la benedizione di Dio per l’equipaggio di Sea-Watch 4 e per la loro importante missione”, dice da Ginevra Ioan Sauca, segretario generale ad interim del Wcc. Con la fine di tutte le operazioni di salvataggio in mare sponsorizzate dallo Stato – si legge in un comunicato del Wcc – solo navi private hanno navigato nel Mediterraneo per salvare le vite in mare. Si stima che circa 400 persone siano annegate nel Mediterraneo nel 2020. Questa realtà ferisce molti cristiani”. Al Congresso della Chiesa protestante a Dortmund nel giugno 2019, il salvataggio in mare diventa l’argomento dominante. In quel periodo, la “Sea-Watch 3” era bloccata con i rifugiati a bordo al largo di Lampedusa. Il giornalista Hans Leyendecker, allora presidente del Kirchentag, in quell’occasione, disse: “Non dobbiamo lasciare il mare nelle mani di chi trasforma il Mare Nostrum in un Mare Monstrum, un cimitero dei diritti umani”. I leader della Chiesa evangelica tedesca approvano così la richiesta contenuta in una petizione di acquistare una nave per il soccorso delle vite umane nel Mediterraneo. A dicembre inizia la campagna di raccolta fondi realizzata dall’alleanza “United4Rescue”, che oggi conta più di 500 partner. Alla fine di gennaio 2020, grazie ai soldi raccolti (1,1 milioni di euro), si riesce ad acquistare l’ex nave di ricerca “Poseidon” che sarà battezzata il 20 febbraio con il nome di “Sea-Watch 4”. L’equipaggio a bordo ha trasformato la vecchia nave da ricerca in una nave di soccorso in mare. È stata allestita un’area di protezione con 24 posti letto per donne e bambini e un reparto ospedaliero. A causa però della pandemia e del lockdown in Spagna, la prima missione è stata ritardata di quasi quattro mesi.