Intersos, organizzazione umanitaria italiana in prima linea nelle emergenze, ha attivato un intervento in aiuto delle persone colpite dall’esplosione di Beirut. Alda Cappelletti, direttrice dei programmi di Intersos è nella capitale libanese per coordinare la risposta sul campo. “I bisogni sono drammatici – racconta – a cominciare da quello di garantire riparo alle persone che hanno perduto la propria abitazione e avviare la riabilitazione delle case danneggiate. Le persone sfollate hanno bisogno di generi di prima necessità e di sostegno economico: in molti hanno perso il lavoro e hanno difficoltà a procurarsi cibo e altri beni di uso quotidiano, come i prodotti igienici. Anche dopo la prima emergenza, restano molto elevanti i bisogni di cure mediche, anche per prevenire la diffusione di malattie epidemiche, a cominciare dal Covid-19, molto presente in Libano. L’esplosione ha gravemente danneggiato tre ospedali e distrutto 15 centri di salute. Infine, c’è urgente bisogno di supporto psicosociale per aiutare le persone ad affrontare il trauma subito”. L’intervento di Intersos si basa su 3 azioni concrete, spiega l’organizzazione umanitaria: assistenza in denaro per fornire sollievo immediato alle famiglie più vulnerabili per l’acquisto di generi alimentari e per sostenere le esigenze di riparazione e ricostruzione delle abitazioni; riduzione del rischio di trasmissione del Covid-19 attraverso la distribuzione di kit igienici di emergenza che includono dispositivi di protezione individuale; assistenza alle persone vulnerabili colpite (libanesi, rifugiati siriani e lavoratori migranti) attraverso supporto psicosociale, protezione e tutela e assistenza legale per chi ha perso documenti importanti nell’esplosione.
L’intervento si concentra nei quartieri di Geitawi, Bourj Hammoud, Karantina e Karm el Zeytoun, “aree con una forte presenza di rifugiati siriani e migranti, caratterizzati da diffusa povertà e difficoltà socio economica, nei quali l’emergenza determinata dall’esplosione ha sommato vulnerabilità e a vulnerabilità”. L’individuazione delle famiglie più bisognose è stata accompagnata, già nella prima settimana di intervento, dalla distribuzione di centinaia di shelter kit (kit contenenti teli di plastica isolanti per la costruzione di ripari di emergenza) e dignity kit (composti di materiali per l’igiene personale come sapone, spazzolino, dentifricio, assorbenti, asciugamani). “Resteremo fino a quando ce ne sarà bisogno”, sottolinea ancora Alda Cappelletti.