Diocesi: mons. Mosciatti (Imola), “essere sempre di più testimoni di vita nuova perché cresca la speranza in questo tempo così difficile”

“Chiediamo al Signore, per intercessione di san Cassiano, nostro patrono, di essere sempre di più testimoni di vita nuova nel nostro mondo, nella nostra città, nelle nostre famiglie e di poter umilmente offrire il contributo di tutta la nostra vita perché cresca la speranza in questo tempo così difficile”. Si è conclusa con queste parole l’omelia che mons. Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola, ha pronunciato oggi durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto per la festa di san Cassiano, patrono della diocesi.
“In un momento veramente imponente e drammatico che ci ha costretto a rinunciare a tanti nostri momenti, da tutti sempre profondamente attesi”, ha osservto il vescovo, quanto successo “non ha fatto però venire meno la grande domanda sulla vita, l’ha resa semmai ancora più acuta, per la natura della sfida che tutto il mondo sta affrontando”. “Proprio la situazione che si è venuta a creare – ha ammonito mons. Mosciatti – rende dunque più urgente misurarci con l’essenziale della vita, con ciò che ci fa veramente vivere”. Sottolineando che “san Cassiano è proprio la testimonianza che non sono le circostanze favorevoli o sfavorevoli a determinare la grandezza della testimonianza e la gioia per la salvezza della vita”, il vescovo ha evidenziato che “non dobbiamo nasconderci che anche oggi la persecuzione nel nostro tempo è forte ed insidiosa”. “C’è ad esempio – ha spiegato – quella persecuzione sottile e penetrante che in nome dei diritti dell’individuo, attraverso i mass-media e i centri di potere economico, legislativo e giudiziario, vuole imporre una visione dell’umano in cui vengono cancellate le nostre responsabilità verso Dio, gli altri e in fondo verso noi stessi”. “È proprio di questi giorni – ha proseguito il vescovo – un intervento legislativo per cui la decisione drammatica della donna di interrompere la gravidanza viene sempre più banalizzata e presentata all’opinione pubblica come un qualunque intervento farmacologico”. “E così – ha denunciato – la donna viene sempre più lasciata sola di fronte alla sua drammatica decisione e anche nelle ore più pesanti in cui devono agire i farmaci assunti la donna sarà sola, a casa con il proprio dolore e le possibili conseguenze negative sulla sua salute. E questo sembra essere una conquista sociale”. “La Chiesa, fedele a Cristo, ha rappresentato e continua a rappresentare una pietra di scandalo per il mondo”, ha ricordato mons. Mosciatti, con una “testimonianza dell’amore sino alla fine. È questo che ci colpisce dei santi, l’amore che non ha confini”. “Quanti i martiri del nostro tempo – il richiamo del vescovo – in ogni parte del mondo sono testimoni che la grazia di Dio vale più della vita e che guardando a Cristo scopriamo che è Lui la vita e che perdere Lui è perdere noi stessi”.

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