“Nonostante le irregolarità, la massiccia partecipazione delle persone è necessaria e può sconfiggere tentativi totalitari e di partire avvantaggiato da parte del Governo”. Infatti, “il momento attuale richiede la piena e libera partecipazione di tutti i partiti e movimenti politici, unitamente all’inevitabile impegno delle autorità e leader degli stessi, e di mettere da parte i propri interessi per promuovere il bene comune e il servizio a tutto il popolo venezuelano”. Lo sostiene la presidenza della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), in una nota diffusa ieri rispetto alle elezioni Parlamentari convocate per il prossimo 6 dicembre. Le maggiori forze di opposizione, che contestano le modalità di convocazione e le irregolarità messe in atto dal regime di Nicolás Maduro, sono orientate a boicottare l’appuntamento e a proporre ai cittadini di non partecipare al voto. Anche il presidente proclamato Juan Guaidó, che nel comunicato non viene citato apertamente, ha parlato di “farsa” e si è finora espresso per il boicottaggio. Una scelta apertamente criticata dal presidente della Cev, mons. José Luis Azuaje, arcivescovo di Maracaibo, e dagli altri vescovi della presidenza, che si dicono “mossi dalla fede in Dio e nei valori trascendenti e dall’amore per il popolo, le uniche cose che portano alla pace e alla convivenza fraterna di tutti”.
“Il nostro popolo – sostengono i vescovi – ha una grande vocazione democratica”, e di norma quella elettorale è la “via pacifica e razionale per stabilire un percorso politico consensuale e inclusivo che porti a risolvere gli enormi problemi che lo affliggono”. Questa convinzione “ci porta a escludere ogni via di uscita al di fuori del quadro istituzionale costituzionale. Per questo, è necessario tenere elezioni libere, eque e imparziali con partecipazione di tutti i partiti e movimenti politici, e con un fondamento etico che rispetti il voto dei cittadini, come previsto dalla Costituzione e dai regolamenti elettorali”.