Venezuela: vescovi su elezioni parlamentari del 6 dicembre, “boicottaggio non è una soluzione”, equivale ad “abbandono di azione politica”

Ben conscia delle irregolarità messe in atto dal Governo di Maduro, ma convinta che il boicottaggio sia, in definitiva una scelta sterile, destinata solo a favorire il regime. Così si esprime la presidenza della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), in una nota diffusa ieri rispetto alle elezioni parlamentari convocate per il prossimo 6 dicembre. “Siamo consapevoli delle irregolarità che sono state finora commesse nel processo di convocazione e preparazione di questo evento elettorale: dalla nomina degli organi direttivi del Consiglio elettorale nazionale, alla cancellazione di alcuni partiti politici, e ancora alla squalifica di candidati, minacce, persecuzioni e incarcerazioni di alcuni leader politici, al cambiamento del numero di deputati e collegi elettorali. Risulta immorale qualsiasi manovra che ostacoli la soluzione politica e sociale dei problemi reali presenti nel Paese”. Tuttavia, di fronte a questa situazione, secondo la Cev non è sufficiente dire, come fanno alcuni leader, che non parteciperanno al voto. “Questo non basta, si devono assumere la responsabilità di cercare soluzioni e generare proposte per il popolo che da anni hanno creduto in loro”.
Infatti, “la semplice astensione aumenterà la frattura politico-sociale nel Paese e la disperazione per il futuro. Questa decisione di astenersi priva i cittadini venezuelani dello strumento valido per difendere i propri diritti nell’Assemblea nazionale. La mancata partecipazione alle elezioni parlamentari e la richiesta di astensione porta all’immobilismo, all’abbandono dell’azione politica e alla rinuncia a misurare le proprie forze. Qualcosa di simile accadde nel dicembre 2005 e non ebbe risultati positivi”.

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