“Ritorno alla casella di partenza: cinque mesi fa, subito dopo il decisivo super-martedì, il 3 marzo, Kamala Harris era in pole position come vice di Joe Biden, quasi una scelta scontata; poi, ci sono stati in mezzo 150 e più giorni di illazioni e decine di nomi alternativi; ma, ieri, Joe Biden ha scelto Kamala Harris come sua vice”. Il commento è di Giampiero Gramaglia, giornalista e consigliere dell’Istituto affari internazionali (Iai) di Roma. “È la terza donna a essere nominata per la vice-presidenza da uno dei due maggiori partiti Usa, dopo Geraldine Ferraro – democratica – nel 1984 e Sarah Palin – repubblicana – nel 2008 ed è la prima afro-americana (ed anche asiatico-americana: ha padre giamaicano e madre indiana). A 55 anni, può rappresentare il cambio generazionale nella leadership democratica fin qui mancato, dietro Biden, Hillary Clinton, Bernie Sanders, Elizabeth Warren, tutti ultrasettantenni”. Harris è descritta come “pragmatica e moderata”. La senatrice della California, “che Donald Trump e i repubblicani hanno subito cominciato a dipingere come una liberal sfegatata, è stata considerata la scelta più sicura dalla campagna di Biden”. Per l’analisi di Gramaglia: www.affarinternazionali.it.