Coronavirus Covid-19: Cauda (Policlinico Gemelli), “nuovo vaccino russo notizia da prendere con le dovute cautele”

“Si sa poco del vaccino russo. Hanno fatto una sperimentazione accelerata, su questo non c’è dubbio. La novità, rispetto ai vaccini su cui si sta lavorando in altre parti del mondo, è che il ministero della Salute russo lo ha approvato”. Lo sottolinea, in un’intervista al Sir, Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, dopo l’annuncio dato ieri da Vladimir Putin dell’avvenuta registrazione del primo vaccino anti Covid al mondo. “Ogni notizia sul vaccino in sé è una notizia buona – evidenzia l’esperto -, ma bisogna prenderla con le dovute cautele, perché un vaccino deve essere sia efficace – e nel caso russo non sappiamo se lo sia – sia sicuro. E la sicurezza deriva dal completamento di tutte le fasi necessarie per la sperimentazione di un farmaco o di un vaccino: lo studio sugli animali, la sperimentazione prima su un numero ristretto di volontari e poi su un numero più consistente. Per il vaccino russo non sappiamo se queste fasi sono state rispettate, non c’è nessun tipo di lavoro scritto: non sappiamo quando la sperimentazione è iniziata, ho letto che il vaccino usi come vettore l’adenovirus, ma sono notizie riferite dai mezzi di stampa”. Cauda aggiunge: “Degli oltre 150 gruppi che stanno lavorando sui vaccini, ce ne sono quattro su cui si hanno informazioni superiori, ad esempio su effetti collaterali e tipo di anticorpi, neutralizzanti, che producono, essendo usciti articoli su importanti riviste scientifiche internazionali: il vaccino cinese, quello americano di Moderna, il tedesco-americano e quello dell’Università di Oxford. Ribadisco, invece, che del vaccino russo non sappiamo nulla”.
L’esperto ricorda anche che lo “Sputnik 5”, così è stato ribattezzato il vaccino, “è stato approvato solo in Russia, non è passato al vaglio degli altri enti regolatori. La ricerca scientifica con Sars-CoV-2 ha mostrato una grande capacità di rispondere prontamente a una malattia grave come questa per il numero dei soggetti coinvolti: attualmente 20 milioni di persone e centinaia di migliaia di morti”. Di fronte a una malattia che ha questa diffusione, conclude, “ben vengano le sperimentazioni dei vaccini. Ogni giorno assistiamo a nuovi focolai che vengono controllati e spenti, ma il rischio di un incendio più vasto c’è sempre”.

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