“Siamo molto lontani dall’avere dati completi sui decessi e i feriti tra i bambini. Per ora, sappiamo di almeno tre bambini uccisi e di 31 bambini che hanno richiesto il ricovero in ospedale. I partner riferiscono di circa un migliaio di bambini tra i feriti”. Lo riferisce Marixie Mercado, portavoce Unicef a Ginevra, in seguito alle due esplosioni che, nei giorni scorsi, hanno devastato Beirut uccidendo oltre 200 persone. “Alcuni bambini feriti sono stati inizialmente separati dalle loro famiglie e da allora sono stati riuniti. Due sono ancora separati dai loro genitori e sono ora con la famiglia allargata e sono assistiti”.
Dalla dichiarazione di Mercado, una nota positiva: “I risultati preliminari delle valutazioni condotte con i team di Beirut and Mount Lebanon Water Establishment indicano che finora la rete idrica non ha subito danni di rilievo”. “Tuttavia, molte famiglie non hanno accesso all’acqua potabile a causa di danni ai collegamenti tra le fonti d’acqua e gli edifici e all’interno degli edifici”. Il cluster Wash coordinato dall’Unicef ha analizzato 558 edifici sui 3.000 che sono stati colpiti, secondo le stime. Dei 558 edifici, 337 sono accessibili, e di questi, 135 non hanno accesso all’acqua.
Per quanto riguarda le scuole, ulteriori valutazioni indicano che “sono state danneggiate anche 20 scuole pubbliche di istruzione e formazione tecnica e professionale che ospitano circa 8.000 adolescenti e giovani, oltre alle 120 scuole pubbliche e private di cui abbiamo già parlato”.
Il presidente di Unicef Italia, Francesco Samengo, ricorda che “lo scorso venerdì 7 agosto l’Unicef ha lanciato un appello preliminare chiedendo 8,25 milioni di dollari di fondi per i primi aiuti”. “L’Unicef sta aggiornando l’appello, che sarà rivisto e sarà significativamente più alto. Per questo, come Unicef Italia abbiamo attivato una campagna di raccolta fondi. Non abbandoniamo i bambini del Libano”.