Legalità: Palmieri (Caritas Cassano all’Jonio), “opportuno che Terzo settore e Chiesa locale si uniscano per un progetto su bene confiscato”

“Non sono mancate celebrazioni alla memoria per denunciare ogni forma di potere criminale e di sopraffazione. Per il resto poco è stato fatto”. Lo sottolinea Angelo Palmieri della Caritas di Cassano all’Jonio, ricordando che “sono passati quasi sette anni dall’omicidio del piccolo Cocò brutalmente assassinato a Cassano all’Jonio”, omicidio per il quale “la Corte d’assise d’appello di Catanzaro ha confermato di recente l’ergastolo per gli autori materiali”.
“Nonostante il contrasto delle forze di polizia, i clan imperversano con le loro attività criminali e di controllo capillare del territorio – denuncia Palmieri –. L’influenza che esercitano sull’economia locale, unitamente alle dinamiche macro-economiche derivanti dall’emergenza sanitaria, delinea uno scenario dalle prospettive sociali per niente rassicuranti. Le ndrine sono in grado, infatti, di movimentare ingenti capitali, in gran parte proventi del narcotraffico, investendoli in ambito turistico-alberghiero, nella filiera della ristorazione e agroalimentare. Il sistema produttivo locale è esposto al giogo dell’usura e del riciclaggio”.
Di fronte ai dati dell’ultimo Rapporto della Caritas diocesana che fotografa un alto numero di famiglie sempre più povere, “che fare? Optiamo per il fatalismo da cui siamo dominati culturalmente? Oppure guardiamo con coraggio alla possibilità di piccoli segni per ribadire la sacralità di ogni vita umana?”, si chiede Palmieri.
Commentando la notizia del bando pubblicato dall’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati per l’assegnazione diretta di beni confiscati a soggetti del Terzo Settore per finalità sociali, osserva: “Questa nuova modalità di assegnazione, che di fatto interroga direttamente enti e associazioni senza scopo di lucro, rappresenta un’opportunità offerta al territorio per trasformarne le piaghe illegali in ‘feritorie di speranza’”.
E conclude: “È opportuno che le realtà del Terzo Settore, insieme alla Chiesa locale, si adoperino nella formulazione di un progetto comune di rifunzionalizzazione di un bene confiscato per la sua restituzione alla collettività. Sarebbe un’occasione irrinunciabile per iniziare a generare, a piccoli gesti, nuovo valore sociale ed economico. Procediamo, dunque, ad individuare, al più presto, il bene adatto a presentare una proposta concreta. Facciamolo insieme, senza divisioni lasciandoci guidare dalla forza dirompente del ‘noi’, nel rispetto della memoria di Cocò e di tutte le vittime di mafia!”.

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