“La Ru486 è stata ‘calibrata’ per raggiungere il risultato mortifero al massimo alla settima settimana (49-50 giorni). Oltre questo limite, da un punto di vista tecnico, la Ru486 diminuisce la sua ‘efficacia’ mortale in modo importante e non si possono escludere danni anche gravi a quella povera e innocente creatura indifesa cullata sotto il cuore della sua mamma. L’allungamento del termine è, dunque, meramente pretestuoso e di sapore rozzamente propagandistico”. Lo denuncia Marina Casini Bandini, presidente del Movimento per la vita italiano, in un’intervista al Sir, nella quale commenta l’anticipazione data, attraverso un tweet del ministro della Salute Roberto Speranza, sulle nuove linee di indirizzo per l’interruzione volontaria di gravidanza, che saranno emanate dal Ministero della Salute.
“Il fatto stesso che si possa abortire con uno o due sorsi d’acqua – gesto comune, di un attimo, quotidianamente ripetuto e, dunque, insignificante -, come quando si ha sete o si prende una pasticca per il mal di testa, fa sì che si perda consapevolezza di cosa quel gesto significa quando con l’acqua va giù la Ru486 che va a togliere la vita a una creatura innocente e indifesa. La banalità del gesto serve proprio a impedire lo sguardo sul concepito e quindi a banalizzare l’aborto”, sottolinea Casini Bandini, secondo la quale “la privatizzazione viene di conseguenza: che bisogno c’è di avere sorveglianza medica se basta bere un po’d’acqua? La logica individualista, che trionfa nel falso mito abortista dell’autodeterminazione della donna, si estende a tutte le relazioni umane fino a recidere le più elementari forme di solidarietà – di cui l’accoglienza del figlio nel grembo della mamma è primordiale modello – e finisce per ritorcersi contro la donna stessa vittima anche lei quanto suo figlio…”. Al contrario, evidenzia la presidente del Mpv, “come sarebbe bella una mobilitazione generale di donne che chiedono diritti, sì, ma non contro i loro figli più piccoli, ma a loro favore, manifestando quella profonda alleanza tra la donna e la vita nascente che invece la cultura individualista vuole spezzare”.