Irlanda: mons. Martin (vescovi irlandesi) su 75° anniversario bombe di Hiroshima e Nagasaki, “la violenza non è mai la via per raggiungere la pace”

“Le bombe di Hiroshima e Nagasaki settantacinque anni fa sono ancora viste da molti come tra i peggiori esempi di ciò che noi esseri umani possiamo fare gli uni agli altri”. Lo ha detto ieri a Derry, nella chiesa di Saint Patrick, l’arcivescovo Eamon Martin, presidente dei vescovi irlandesi, dedicando un messaggio alle terribili esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki che il Giappone ha commemorato il 6 e il 9 agosto. L’arcivescovo ha quindi ricordato il viaggio di Papa Francesco in Giappone e la sua visita a Hiroshima e Nagasaki “come pellegrino per la pace”. Il Papa – ha ricordato mons. Martin – “ha implorato di porre fine allo sviluppo e alla minaccia di tali armamenti” che non aiutano “a garantire la sicurezza e la pace nel mondo”. Al contrario, la loro deterrenza favorisce “un falso senso di sicurezza sostenuto da una mentalità di paura e sfiducia, che finisce per avvelenare i rapporti tra i popoli e ostacolare ogni forma di dialogo”.
In questi giorni in cui il mondo ha ricordato le tragedie di Hiroshima e Nagasaki, anche l’arcivescovo irlandese unisce la sua voce a quella del Papa per denunciare “con forza la corsa agli armamenti” e lo sperpero di denaro per la produzione, il potenziamento, la manutenzione e la vendita di armi sempre più distruttive. Nel messaggio, mons. Martin ha ricordato la figura di John Hume, il premio Nobel per la pace morto la settimana scorsa, a cui l’Irlanda del Nord deve l’accordo del Venerdì Santo e i negoziati per la pace. Hume – ha osservato l’arcivescovo – ha speso tutta la sua vita esortando le “persone a non vedere mai la violenza come un modo per risolvere le differenze e raggiungere le proprie aspirazioni”.

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