“Tesoriere della Chiesa di Roma del III secolo, diede tutti i beni di quest’ultima ai poveri pur di non cederli ai funzionari dell’imperatore Valeriano, durante una delle più cruente persecuzioni cristiane”: così viene ricordata la figura di san Lorenzo dal vescovo di Tivoli e di Palestrina, mons. Mauro Parmeggiani, nella solennità del patrono principale della città e della diocesi di Tivoli. Presiedendo la messa pontificale, che rientra nelle celebrazioni giubilari per il 350° della dedicazione della basilica cattedrale di San Lorenzo martire, mons. Parmeggiani invita a una preghiera e a un impegno intenso, sull’esempio del patrono, “per i poveri, sempre più numerosi anche a causa della pandemia che ci ha colpito”. E aggiunge: “Se come Lorenzo sappiamo morire a noi stessi per gli altri, per il bene comune, per il bene della Chiesa e dalla società, avremo in noi potenzialità immense da condividere”. “Siamo nell’epoca in cui difendere un uomo o un animale sono pressoché la stessa cosa, parliamo e pensiamo al bene dello Stato in chiave anti-personale e anti-comunitaria – riflette il vescovo di Tivoli e di Palestrina –. Non rispettando più l’uomo, ci condanniamo a un’autodistruzione perché non sappiamo più riconoscere le potenzialità poste in noi da Dio”. Mons. Parmeggiani ricorda poi i tanti “dimenticati” dalla società: anziani, famiglie, vite non nate, rispetto a cui spesso anche i cristiani finiscono per “rassegnarsi all’indifferenza”. “San Lorenzo ci aiuti a vivere sapendo riconoscere che Dio viene prima di tutto, che è Lui il solo a dare senso all’esistenza rendendola ricca ed utile agli altri”, conclude.