“Bisogna avere speranza: era il suo ritornello”. Così, l’attuale vescovo prelato di São Félix (Mato Grosso), dom Adriano Ciocca Vasino, piemontese di Borgosesia, ricorda al Sir il suo predecessore, dom Pedro Casaldáliga, prelato emerito di São Félix, appartenente alla Congregazione dei missionari Figli dell’Immacolato Cuore di Maria (Claretiani), morto sabato scorso all’età di 92 anni.
Dom Ciocca Vasino è a São Félix dal 2012 ed è succeduto a dom Leonardo Steiner, attuale arcivescovo di Manaus, cui era toccato, nel 2005, prendere il posto di Casaldáliga, uno dei vescovi più impegnati per la giustizia sociale e il creato, tanto da diventare in Brasile un “simbolo” di quella sensibilità che si è affermata recentemente al Sinodo per l’Amazzonia.
Il vescovo italiano afferma di aver avuto un rapporto molto positivo con Casaldáliga: “Certo, il morbo di Parkinson avanzava e quando l’ho conosciuto il suo fisico era già molto compromesso. Ma per me si è trattato di una presenza importantissima, di grande incoraggiamento. Era lucido, perfettamente consapevole dei problemi del nostro territorio, sempre più in mano alle grandi imprese agricole. Ma, appunto, non demordeva e continuava a predicare speranza. Diceva che noi siamo soldati sconfitti di una causa che però non si può perdere, di una causa invincibile, cioè il Regno di Dio”.
Secondo dom Ciocca Vasino, “è stato un vero e proprio anticipatore del Sinodo per l’Amazzonia, da profeta e da poeta, nella consapevolezza delle sfide che ci stavano davanti, affrontate con la poesia, la preghiera e le azioni. La sua resta una testimonianza importantissima, che ci illuminerà”.
Uno degli ultimi atti di dom Casaldáliga è stato la firma alla lettera con la quale 152 vescovi brasiliani chiedono alla Chiesa e alla società civile di prendere posizione di fronte all’atteggiamento preso dall’attuale Governo brasiliano rispetto al Covid-19. Una lettera firmata anche da dom Ciocca Vasino, che afferma: “Anche in tempi così tenebrosi, c’è una reazione molto significativa, abbiamo avuto echi molto favorevoli a questa presa di posizione, che sta creando una forte mobilitazione anche all’interno della Chiesa. Fino quasi alla fine dom Casaldáliga è stato attento alla realtà, aveva degli amici che gli leggevano il giornale quotidianamente”.