“Il 61,6% dei contratti collettivi nazionali di lavoro risulta scaduto alla data del 30 giugno 2020. Gli accordi in attesa di rinnovo sono 576 su 935”. È quanto emerge dall’undicesimo Report periodico dei contratti collettivi del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel).
“In attesa del rinnovo contrattuale ci sono oltre 10 milioni di lavoratori privati (il 79,2%) che salgono a più di 13 milioni se si aggiungono i circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici”, si legge nel Report. I settori interessati riguardano l’agricoltura, il florovivaismo e fioricoltura, i chimici, i metalmeccanici (l’unico di cui è in corso la trattativa), il tessile e la moda, commercio e agenti di commercio, i lavoratori dello spettacolo, la Rai, trasporto e logistica, i marittimi, i bancari, quelli della sanità.
“Mai in passato si era registrato un dato simile”, denuncia il presidente del Cnel, Tiziano Treu, secondo cui “il rinnovo dei contratti è la priorità per la ripartenza dell’economia soprattutto perché la pandemia ha imposto un’accelerazione al cambiamento nel lavoro e nell’organizzazione delle imprese di cui non si può non tenere conto”. Per Treu, “è urgente ragionare tutti insieme alla definizione di elementi comuni, nuovi diritti, come quello alla formazione, o le regole del lavoro agile, da includere nella contrattazione. Il Cnel è la sede naturale per la nuova stagione contrattuale”.
Nel corso dell’ultimo anno si è passati dagli 885 contratti censiti nel 9° Report di giugno 2019 ai 922 del 10° Report del 31 dicembre 2019, per arrivare agli attuali 935, con un aumento di 50 nuovi contratti depositati in Archivio in un anno (+6%). Sulla base dei documenti depositati, nei primi 6 mesi del 2020 sono scaduti 51 contratti, 16 nel solo mese di giugno. Ulteriori 60 contratti andranno a scadenza nei prossimi 6 mesi.