Le sculture in acciaio dell’artista Roberto Bassetto e quelle in rame di Serhat Ozdemir sono esposte fino al 31 ottobre negli Orti solidali nel quartiere Santa Barbara, a Viterbo. Il terreno assegnato nel 2016 dal Comune alla Caritas diocesana, che lo ha diviso in lotti e affidato a persone in difficoltà per coltivare ortaggi ma anche recuperare relazioni sociali, è infatti una delle sedi della Biennale di arte contemporanea del capoluogo della Tuscia. “Se ambiente e futuro della vita sono temi al centro della Biennale, entrambi gli artisti, con i propri manufatti, valorizzano il contesto in cui sono inseriti – spiega al Sir Elena Bocci, che collabora all’organizzazione della Biennale presso gli Orti solidali –. Dipende infatti anche dalla loro generosità e disponibilità ad accettare sfide nuove, la possibilità di rafforzare e intrecciare relazioni, contro ogni stereotipo e pregiudizio, come si fa normalmente negli Orti”. Una raccolta straordinaria di prodotti della terra, da destinare a famiglie con problemi economici, è stata effettuata durante l’evento inaugurale, a cui ha partecipato anche il vescovo di Viterbo, mons. Lino Fumagalli. “Arte, cultura e sociale si uniscono in quella che era un’area verde incolta e oggi è divenuta un luogo democratico, interculturale, interreligioso e intergenerazionale”, aggiunge Bocci, che è pure coordinatrice del progetto “Nonni e nipoti”, portato avanti da Caritas e Acli anche negli Orti. All’interno degli eventi per la Biennale, è inoltre previsto un convegno sull’inquinamento, che coinvolgerà gli Orti solidali sul tema “Agricoltura sociale e ambiente”.