Diocesi: mons. Arnolfo (Vercelli), “questo è il tempo di scegliere che cosa conta e cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è”

“È questo il tempo di scegliere che cosa conta e cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della nostra vita verso il Signore e verso gli altri”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto questa mattina in cattedrale per la festa di sant’Eusebio, patrono dell’arcidiocesi.
Iniziando l’omelia, l’arcivescovo ha osservato come “quest’anno celebriamo sant’Eusebio, patrono della nostra diocesi e primo missionario della fede in Piemonte, seppur in tono minore a causa della pandemia, con un privilegio: quello di inaugurare l’Anno Eusebiano, perché nel 2021 ricorrerà il 1650° della morte”. “La nostra condizione attuale – ha proseguito mons. Arnolfo – ci costringe a ricominciare, un po’ come dovette fare sant’Eusebio che, dopo tanti anni di esilio, dovette ricominciare qui a Vercelli”. “Con lui ci domandiamo: questa esperienza – quella dell’esilio per Eusebio, quella della pandemia per noi – come ci ha lasciato, come ci ha cambiati?”. “Penso sia un’esperienza da non sciupare”, ha ammonito l’arcivescovo, perché “anche noi, pur segnati dalla sofferenza e dal lutto, non siamo più quelli di prima, siamo cresciuti in umanità e spiritualità, manifestate dai gesti concreti di tante persone e dalla professionalità eroica del personale sanitario”. “La fragilità della nostra vita di fronte alla morte inaspettata – ha rilevato – ha fatto affiorare molte domande di senso che hanno aperto lo sguardo alla fede anche in persone che riponevano solo in se stesse e nella scienza la loro fiducia”. Ma ora come ripartire? “Occorre ripartire insieme, con il piede giusto”, l’indicazione dell’arcivescovo, “cercando di evitare gli errori di prima, lo stile di vita consumistico e depredatorio che già avevano portato questo mondo sull’orlo del baratro”. “Tocca a noi, in quest’anno, tradurre la parola di Dio con l’aiuto dell’enciclica Laudato si’ – l’esortazione di mons. Arnolfo – per ascoltare insieme il grido dei poveri, il grido della Terra, per muoverci in azioni concrete perché entrambi sono realmente nostri fratelli e sorelle”.

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