“Le sfide che l’Europa aveva già – cambiamento climatico, digitalizzazione e maggiore coesione sociale – sono state complicate da questa pandemia” per cui oggi si aggiunge la necessità di rilanciare l’economia a beneficio dei cittadini e dell’ambiente. Questo il contesto, tratteggiato da Antonio Parenti, responsabile Rappresentanza italiana della Commissione europea, aprendo il dibattito on line su “Obiettivi e sfide durante il semestre di presidenza tedesca del Consiglio”. Insieme all’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling, ha tratteggiato i temi su cui la Germania intende con “grande determinazione” procedere, quelli che la cancelliera Merkel ha presentato ieri di fronte al Parlamento in un “discorso molto importante” che secondo Parenti ha mostrato le “ragioni per essere ottimisti”. Per Elbling, oltre la concretezza dei tanti nodi da sciogliere, “che non saremo in grado di risolvere tutti”, ma si porteranno avanti con la presidenza trio con Portogallo e Slovenia, ha anticipato l’ambasciatore, la questione è “rilanciare l’Europa, non quella che avevamo prima. Serve più Europa, perché i cittadini hanno visto in questa crisi che ci va un’Europa più coesa e più sovrana”. Per raggiungerla, occorre “una responsabilità e una solidarietà di tutti per tutti, come in una buona famiglia. È un cambio di mentalità di cui c’è bisogno”.
Gli interventi dei parlamentari europei (Brando Benifei, Marco Campomenosi, Carlo Fidanza, Nicola Danti, Tiziana Beghin) hanno via via sottolineato elementi diversi del programma tedesco. Condivisa la consapevolezza che questa crisi in qualche modo “è stata un acceleratore di processi, siamo in una fase di svolta per tutte le politiche europee” (Danti), e che non si può tornare al “business as usual” (Campomenosi), che serve un solido “meccanismo che faccia funzionare il mercato unico senza annullare gli interessi nazionali” che deve assolutamente dotarsi di risorse proprie perché sia garantito (Benifei). Carlo Corazza (Parlamento europeo in Italia) ha sottolineato come “il metodo Merkel” nell’affrontare questa crisi sia diverso da quello del 2010, a partire dal “riconoscimento della centralità del Parlamento europeo”.